Ma, Donald, … giudizio su una politica e non sul politicante

Le scelte dello strampalato Donald sono in funzione di problemi universali che ha “solo” cavalcato nella sua elezione a presidente. I problemi non sono creati da antipatia o pazzia, in Europa quanto a soluzioni “pazze” non siamo da meno.

I giornali hanno l’emozione facile e la memoria corta corta. Contrariamente a quello che si può pensare non sono qui per seguire la corrente  e dire peste e corna del presidente americano.DonaldTrump

Il problema/i che ha di fronte e per cui è stato eletto sono comuni a tutto il mondo occidentale.

  • non si ha più la certezza del posto di lavoro; negli Usa essere senza lavoro è gravissimo per la mancanza di reti sociali compresa la pensione e l’assistenza sanitaria.
  • In questa situazione di incertezza vi è una forte immigrazione …
  • … accompagnata da  una emigrazione continua dell’industria manifatturiera.
  • E una instabilità e insicurezza sociale ( disordini “razziali” e non vanno dimenticati gli attentati di natura islamica),

Io credo sia giusto analizzare con oggettività i provvedimenti, valutarli  circa la loro coerenza e sostenibilità e confrontarli con i corrispondenti provvedimenti europei.

Inizio col sottolineare come senz’altro positivo  il provvedimento di sospendere il sostegno dello stato alle ONG abortiste. Mostra un inaspettato rispetto per la vita cosa rarissima in Europa.

La chiave dell’efficienza di politica economica

I provvedimenti economici vanno considerati dal punto di vista termodinamico.

  1. senz’altro positivo è il tentativo di passare al chilometro Zero ossia di “mangiare” quello che viene prodotto in “loco” ( il “loco” è un continente). La tassazione delle aziende nazionali  che producono all’estero è buona cosa perché la globalizzazione spinta all’eccesso aumenta i costi e la produzione di CO2.
  2. positiva  potrebbe anche essere  l’idea di aumentare i posti di lavoro  alimentando la spesa interna attraverso la costruzione di  un muro lungo 3500Km che fa concorrenza alla Grande Muraglia cinese. Potrebbe essere positivo per la CO2 se… ( vedi più avanti). Dal punto di vista umano noi abbiamo risolto mettendo  i reticolati in Ungheria, bloccato il tunnel della Manica,  i migranti a Ventimiglia … . In Italia, dal punto di vista del consumo interno abbiamo proposto il ponte sullo stretto, mentre dal punto di vista migratorio noi abbiamo caldeggiato di “silurare” le barche dei “trafficanti”. Precedentemente avevamo stretto un accordo con la Libia di Gheddafi che poi abbiamo bombardato. Sia detto per inciso, non si capisce come mai migrare spendendo tutte le proprie risorse sia  quasi benemerito, mentre chi fornisce la barca per farlo sia  criminale; sarebbe come dire che chi, durante il fascismo, portava gli ebrei oltre confine era criminale (perché voleva denaro?) mentre era giusto per gli ebrei emigrare. Misteri giornalistici.
  3. Dal punto di vista politico e della CO2 è positiva anche la  presa atto del fallimento del trattato transpacifico ( non ancora ratificato), e sopratutto del trattato con l’Europa ( già fallito prima di iniziare per il disequilibrio a favore degli USA). Di questo trattato la gente europea proprio non ne voleva sapere … . Quindi Grazie a Trump e peste e corna ai nostri politici.
  4. Il beneficio del dubbio ( in quanto non ci riguarda) si può dare all’abolizione del NAFTA di libero scambio  in vigore dal 1992 con Canada e Messico, azione che suppongo sia paragonabile alla Brexit.. Dal punto di vista della termodinamica, come già spiegato, produrre in loco va meglio.
  5. positiva in sé è la riduzione delle tasse sulle imprese, obbiettivo di ogni nostro governo, purché la riduzione non sia finalizzata all’espansione infinita che termodinamicamente è disastrosa.

 

Riassumendo la linea di Trump consiste nel contestare il WTO del 1994, trattato che ha effettivamente  garantito la distruzione dell’URSS ma nel contempo ha portato a de-localizzare le imprese  nei paesi con costo sociale minore ( e quindi tasse e stipendi minori). La diffusione industriale è benemerita ma non è possibile in modo selvaggio (vuoi vendere in Messico? Produci in Messico! quanto più possibile a Km0).  Trump riconosce che questo trattato ha dissanguato gli States ( e l’Europa) e chiede il ritorno produttivo sul suolo americano per evitare un altro “disastro Busch”. La soluzione “Busch” è consistita nel drogare  la crescita del PIL statunitense e quindi  aumentare i posti di lavoro ( giustificato da M. Keynes) attraverso la crisi-immobiliareproduzione di case finanziate da mutui. Questo  errore da 3500 miliardi di dollari ha portato all’inevitabile saturazione di mercato e per il meccanismo finanziario alla crisi in cui versa il mondo. Meglio evitarlo, nessuno di noi ne vuole un’altra .

Trump è un benefattore dell’umanità? Purtroppo no

Tuttavia  tanta buona intenzione (termodinamica) del Nuovo antipatico presidente  viene, al momento del tutto vanificata in ogni sua parte dal  metodo energetico scelto. Infatti

  1. Puntare sulla produzione di energia da petrolio significa PoliticaPetroliferaprodurre CO2. Questo inficia ogni altra iniziativa perché crea un debito energetico (ossia la quantità di energia che si dovrà usare per togliere la CO2 dall’atmosfera) scaricando sul mondo i costi della scelta fatta. In Italia ( ricordiamo tutti il referendum) prima con Berlusconi  abbiamo pensato al Nucleare che quanto a costi ambientali non è da meno e poi con Renzi abbiamo fatto la stessa scelta di Donald .  L’errata scelta energetica  ha sulla  politica di Tramp la conseguenza che
    1. La costruzione della barriera con il Messico risulta un lavoro produttore di CO2 che una volta dispersa nell’atmosfera è difficilmente recuperabile.
    2.  l’aumento dei consumi interni/industrializzazione interna risulta anch’esso un  fatto micidiale per il mondo
  2. Va messo  senz’altro tra le cose negative anche la riduzione delle spese sociali sanitarie (obamacare), riduzione della spesa finalizzata a ridurre la tassazione alle imprese tanto da riportarle in patria. Non ci sono per fortuna  leggi analoghe in europa. In questo noi Europei  siamo decisamente superiori agli USA.

Purtroppo nessun organismo internazionale è in grado di costringere gli States ad una politica  internaziONUonale condivisa perché come si sa nell’ONU gli USA hanno la possibilità di veto su ogni risoluzione. Questo richiama alla necessità di una nuova organizzazione internazionale, … che per ora è un sogno. Non resta che sperare sui contraccolpi economici causati dalla decisione stessa. Non sarà facile per gli USA vendere all’estero autoveicoli  equipaggiati con motori inadeguati. Vedremo.

Conclusioni

  1. non è possibile bloccare il processo di globalizzazione per cui questo processo prenderà altre vie. Trump in questo sarà battuto
  2. primo mangiare: quando la distribuzione della ricchezza passa esclusivamente attraverso il lavoro, senza le aziende non si può sopravvivere. Ma quando il dinamismo aziendale ha come fine la distruzione dell’altrui economia qualcuno non mangia per definizione.
  3. La sopravvivenza della persona non è l’unico obbiettivo dell’essere umano, perché l’economia e la vita passano dalla società. Avere una società sana è il minimo su  cui costruire lavoro e consumi.
  4. La norma costruttiva dell’aumento del consumo interno/espansione economica ha un limite probabilmente già superato, e in questo caso è sostenibile solo quando finalizzata da  un modello dinontorganico che Trump sembra non intuire.
  5. Gli USA occupano da soli quasi un continente, sono ricchissimi e quindi sostanzialmente autonomi. Tuttavia è  necessaria la costruzione della convivenza funzionale con gli altri paesi (non solo l’URSS che da sola è un altro mezzo continente). Due strade si presentano al mondo: o la nascita di due blocchi distinti ( USA-URSS, CINA-EUROPA) attraverso una guerra commerciale mai vista che avrà come risultato l’avvelenamento del pianeta, oppure la revisione del WTO su nuove basi. Per ora non credo che ora sia realistico l’auspicato nuovo ONU.
  6. La strada per il nuovo WTO è sempre e solo la regolazione della temperatura del pianeta attraverso la produzione di energia a partire dal sole, e di conseguenza  una economia diffusa e quanto più possibile a chilometro zero. Tutti se ne avvantaggerebbero, anche gli stessi USA.

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