Bombardare l’Islam, bene o male?

Le bombe sull’Islam, quelle vere, distruggono l’Islam stesso.

Tutti possiamo vedere i risultati di un bombardamento materiale: basta guardare con occhio distratto una rivista.bombardamento-mosul-2
Per vedere questi bombardamenti che scalzano l’ISLAM sin dalle fondamenta occorre accorgersi della guerra alla  famiglia soggetto sociale, famiglia che qui in occidente viene demolita giorno per giorno demolendo la sua natura e il suo ruolo. Solo quaranta anni fa comunità familiare doveva preparare cittadino ma ora è sopportata SOLO (e sembra non per molto ancora) come sede della trasmissione della vita fisica.

Tutte le rivoluzioni sociali dell’ultimo periodo, dal divorzio all’aborto, dall’eutanasia alla famiglia gay, dal gender all’utero in affitto, hanno in comune la distruzione della famiglia attraverso la pretesa supremazia della persona single sulla famiglia.

Politicamente viene riconosciuto ESCLUSIVAMENTE l’individuo soggetto sociale e per farlo si è pensato di DISTRUGGERE IL CONCETTO STESSO DI FAMIGLIA.
Questa sistematica distruzione della famiglia soggetto sociale viene operata praticamente togliendole qualsiasi autorità sociale anche solo educativa. Ma togliendo questo ruolo alla famiglia si mina alla radice ogni possibilità di costruire una società fondata sulla comunità familiare e quindi sulla “trasmissione della vita e della capacità vitale” intesa nel senso più ampio possibile, quello educativo. Proprio per questo motivo, culturalmente, oggi non si riesce neppure più ad immaginare la famiglia come nucleo sociale, si riesce a concepire solo  la coppia di fatto: finché mi piace starò insieme a te.

Un esempio giornalistico di questi giorni?
Tolta alla famiglia islamica una figlia ( quattordicenne) che la madre aveva fatto rasare perché non voleva indossare il velo islamico.
Motivo giornalistico? La violenza sulla figlia come sembra suggerire Boldrini affermando “mai sopraffazioni”. Ma che tipo di violenza è?

Escluso che la madre non  volesse bene alle figlie (le hanno infatti lasciato gli altri figli), escluso che il taglio dei capelli sia una qualsiasi mutilazione fisica (cosa pensare altrimenti dei negozi di barbieri ora chiamati saloni) non resta che pensare che il provvedimento sia legato alla VIOLENZA EDUCATIVA dell’imposizione DELLA FAMIGLIA (nella persona della madre) sulla persona-figlia quattordicenne.
Le vere bombe sull’Islam sono appunto questa distruzione culturale della famiglia (Islamica in questo caso) come cellula sociale e che fa dire agli mussulmani “Boko Aram”, ossia l’educazione occidentale non va bene.

Questa ultima frase mi farà tenere d’occhio dalla questura, scansioneranno le mail a mia insaputa, e questa visione della famiglia con un ruolo sociale e quindi educativo su figli e nipoti impedirà che io mi coccoli sulle ginocchia un qualche nipote.
Ma che cosa devo dire? Sono nato in un mondo dove la famiglia era il centro dell’educazione, e quindi anche con una qualche autorità sui figli. Ora invece, scrivendo e pensando così sono passato da rigido conservatore ( negli anni 70) a rivoluzionario (oggi).
Ma che cosa devo dire? Se difendere la comunità familiare e il suo ruolo sociale ed educativo è rivoluzionario allora grido “vive la revolution!”.
Roggero Roberto

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