L’incarnazione della struttura universale

Parte Prima:la matrice

Esplicitazione metafisica
con soggetto la sapienza
dell’Assoluto dinontorganico
attraverso cicli attivistici
generati dai piani dell’essere
che ordinano la medesima Razionalità Interna Oggettiva
nel rapporto forma-materia
unificato dalla compartecipazione del loro dinamismo

Parte seconda:I trascendentali dinamici

Sono le modalità costruttive della forma operativa
Che uniscono l’agire dell’umanità a quello della persona
Attraverso la formalità sintetica ( religiosità)
E le quattro formalità analitiche ( educatività, moralità, socialità, missionarietà).
Essi dominano dal di sopra e dal di dentro la Realtà Storica

Parte terza: esplicitazione trascendentale della forma

La matrice dinontorganica fenomenica è una matrice di religiosità: trascendentali dinamici sintetici che si qualificano con un contenuto particolare in “religiosità derivata”.
A ciascuna religiosità derivata corrispondono i relativi trascendentali analitici che hanno il compito di correlare operativamente le varie parti tra loro
Attraverso le caratteristiche  delle formalità essenziali (trascendentali) che sono loro proprie


La “Matrice dinontorganica fenomenica” come ripetitore “fenomenico” della religiosità primaria

 

L’Assoluto/Sapienza in quanto forma religiosa totale dell’agire costruttivo profano lo  possiamo indicare col termine di “religiosità primaria” .Dinontorganismo,religiositàPrimaria

 

Essa  è già  stata dettagliata, attraverso la Matrice dinontorganica, nelle sue singole componenti ricavate attraverso i  piani dell’essere.  Poiché l’Assoluto corrisponde alla Religiosità, nella Matrice dinontorganica  ogni singola cella è  il modo di mostrarsi/agire della religiosità a livello di Realtà Storica: è il trascendentale della  Religiosità ripetuto e distinto ( ma NON diviso) attraverso i piani dell’essere[1].

Le varie componenti vengono colte ancora  nella loro componente di  azione praxiolgica generata dai piani dell’essere quindi parte integrante della Razionalità Interna Oggettiva (RIO)  dell’EDUC.

Il contenuto razionale di ciascuna cella fenomenica lo indichiamo perciò col termine di  “religiosità  derivata” che assume le caratteristiche dello specifico piano dell’essere.

A ciascuna cella-religiosità_derivata  corrispondono operativamente i rispettivi trascendentali dinamici anali­tici.

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Figura 4: Ciascuna delle caselle che osserviamo nella “Matrice Fenomenica” è per propria natura forma e quindi organizza la sua azione attraverso i trascendentali dinamici, quelli sintetici ( la religiosità primaria e quelle derivate) e quelli analitici che ad esse competono


Le caratteristiche dei trascendentali dinamici analitici mantengono l’unità iniziale

La matrice è la “Razionalità Interna Oggettiva dinontorganicità”  che esplicita e costituisce il Trascendentale Sintetico della Religiosità.

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Regnum in sé divisum desolabitur. L’essenza in sé stessa non ammette separazioni. Anche il trascendentale sintetico della Religiosità non ammette  separazioni al suo interno,  anzi per la sua funzione di forma operativa  di  “ente dinamico essenzialmente”  ha il compito di unificare l’essenza reale[2]. Da qui  la domanda

Come i trascendentali dinamici analitici sono attivi nel correlare le varie parti della MATRICE/RIO in modo da preservare l’unità ontologico-dinamica iniziale?

I trascendentali dinamici sono formalità essenziali[3] e quindi operano l’unificazione dell’ente dinamico attraverso le loro specifiche proprietà essenziali organizzate attraverso i piani dell’essere. 

I trascendentali dinamici (formalità a valore essenziale) sono organizzati in cicli attivistici caratterizzati proprio dalle proprietà dei trascendentali  dinamici in questione e dalla loro relazione. Vediamo come.


La sapienza che guida l’agire unificante

L’agire proprio alla RIO  è unificante quando la parte si costruisce in funzione del tutto e viceversa, lo abbiamo visto precedentemente.

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Quello che vogliamo “aggiungere”   e visualizzare è in che modo le caratteristiche essenziali delle formalità  trascendentali guidano la fusione tra i cicli che compongono i piani dell’essere dinontorganici, congiungendo così in modo ontologico-operativo due religiosità derivate.

Trascendentali,sintesiCome

 

Le caratteristiche essenziali dei trascendentali dinamici analitici

La relazione ontologico-operativa avviene tra coppie di trascendentali. I trascendentali dinamici analitici si distinguono in  coppie[4] di trascendentali della parte (educatività e moralità) e del tutto (socialità e missionarietà). Le proprietà essenziali dei trascendentali della parte sono l’attivazione e la norma costruttiva operata dalla parte, quelli del tutto l’attivazione e la norma costruttiva  della sintesi funzionale tra le parti operata dal tutto.

Ripercorriamo le informazioni che già abbiamo inserito nella matrice ripensandole  in funzione del nostro problema specifico.

  1. quali sono le parti
  2. quale piano dell’essere rappresentano
  3. quale rapporto c’è tra i piani dell’essere essenziale ed esistenziale
  4. quale rapporto c’è tra quello fenomenico ed operativo
  5. quale coppia di trascendentali è adatta a “descrivere” il rapporto essenzial-esistenziale e fenomenico-operativo
    1. all’interno della loro coppia
    2. tra le coppie


1- Quali parti sono presenti  all’interno della  Razionalità Interna Oggettiva dell’EDUC?

Le abbiamo segnalate sin dall’inizio

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Più in generale osserviamo che  esse incarnano il dinamismo espresso dai piani dell’essere.

Dinontorganismo,religiositàPrimariaTab

Figura 5:soggetto essenziale  totale, vitale quando operare in sé la sintesi di altri due macro soggetti, le sue parti

2-Quale piano dell’essere le parti rappresentano?

per essere  ente di secondo grado occorre che esistano  almeno due piani fenomenici: è infatti la sapienza dell’agire totale (piano essenziale) che unifica l’attivismo  degli altri due.

Dinontorganismo,secondoGrado

Figura 6: I soggetti agenti sono su due piani :il primo  è rappresentato dal piano essenziale (verde oliva,) mentre            i secondi sul piano fenomenico (giallo oro)

Ciò che dobbiamo evidenziare è il rapporto operativo che caratterizza piano essenziale e fenomenico e come si pongono tra loro.


3-Quale rapporto c’è tra piano essenziale ed esistenziale?

Un ente  Dinamico  esiste in quanto il piano essenziale (ente) è realizzato necessariamente da quello esistenziale (dinamismo essenziale). Nell’ente dinamico piano essenziale ed esistenziale sono in sintesi[5] perenne per necessità ontologica.

Una sola coppia di trascendentali della parte =  un solo ente, è ovvio.

Dinontorganismo,dinamismoEssenziale

3a-La condivisione dei trascendentali  della parte esprime la sintesi essenziale dell’esistenza nell’essenza

La REGOLA  che ne segue nello strumento Matrice è che l’ unità profonda  di piani viene  garantita  dalla condivisione della coppia dei  trascendentali  della parte  che in questo modo garantiscono la sintesi praxiologica nella Religiosità primaria.

Possiamo  definire questa sintesi/strumento come compartecipazione organica  a valore essenziale della sapienza che costituisce il dinamismo ontologico). In una parola la regola della ”solidarietà ontologica”.

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4-Unità intrinseca operativa tra piano fenomenico ed operativo

La sapienza da sola non si incarna ha bisogno di legarsi ad un’azione ( ha bisogno dell’attivismo). Il piano fenomenico è il piano che mostra concretamente l’essenza dinontorganica attraverso l’agire auto costruttivo di un dato ente particolare (famiglia ed economia industriale). Più esattamente lo mostra attraverso la sapienza  che guida la loro autocostruzione.
Il piano  fenomenico è tale perché in esso è contenuta anche l’essenza particolare, ente dinamico esso stesso, che deve autocostruirsi attraverso la propria prassi. Ad es.:la famiglia costruisce il dinontorganismo  attraverso la stessa prassi familiare che costruisce la famiglia.   C’è quindi unità intrinseca  tra  piano fenomenico ed operativo da cui  consegue che i trascendentali della parte devono attivare e normare tanto l’uno quanto l’altro piano: il dinamismo essenziale dell’ente fenomenico particolare è nello stesso tempo il piano operativo dell’Assoluto!

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Anche in questo caso si tratta di solidarietà ontologica perché non si può separare il soggetto (ente dinamico fenomenico) dalla propria azione auto costruttiva (dinamismo fenomenico) occorre perciò la compartecipazione  organica  a valore essenziale della coppia di trascendentali dinamici della parte[6].

Il piano fenomenico è il piano che mostra l’essenza dinontorganica e lo fa attraverso l’autocostruzione dell’ente particolare che alla propria prassi unisce la divenienza dell’organismo di cui fa parte[7].

5-processo di sintesi operativa tra piano essenzial-esistenziale e fenomenico-operativo

LE PAROLE CHIAVE  SONO  “SOGGETTO” del dinamismo  E “MODALITA’” di sintesi coerente con il dinamismo essenziale.

Occorre quindi osservare quale  coppia di trascendentali ha le caratteristiche necessarie per  “trasferire”  la relazione esistente tra il soggetto descritto dai piani  essenzial-esistenziale e quello inscritto nel piano  fenomenico-operativo grazie alle formalità essenziali  proprie dei trascendentali dinamici.

La prima caratteristica  è svelata dal fatto che il rapporto tra le due coppie si risolve in un rapporto tra due soggetti particolari[10] con essenza propria.

La sintesi tra due soggetti  ha come scopo l’unificazione dell’agire ed è garantita  dalla coppia di trascendentali del tutto, “socialità” e “missionarietà”.

Le caratteristiche di questa coppia sono infatti di attivare la convivenza funzionale dinontorganica di due soggetti distinti inserendoli in qualcosa di più grande, il dinontorganismo.

Questa prima  relazione operativa “orizzontale” tra soggetti è completata dalla trasmissione forma-materia  nella parte verticale della matrice.

« L’uomo concretamen­te esistente, secondo le definizioni date, sia come specie sia come persona abbraccia l’uomo e la persona umana nella sua realtà integrale, gerarchizzandola in materia e forma e unificando materia e forma nell’essenza esistenziale dell’uomo concreto.»
Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Ateneo Salesiano, Torino 1957 [parte quinta approfondimento della realtà sociale,XVI Definizione completa della realtà sociale, § 7- Uomo integrale e finalità integrale. p. 198].

La coppia di trascendentali missionarietà-educatività traduce   il rapporto  forma-materia nel  quale appunto la missionarietà è la forma, il tutto in grado di attivare la parte.

La coppia  moralità-socialità  descrive la relazione ontologica in cui la materia  stimola e rende possibile la convivenza funzionale delle parti formandosi in funzione del tutto.

« La dialetticità della forma si esprime in rapporto alla materia in funzione della sintesi ontologico-dinamica della realtà storica stessa. La materia provoca la forma. E la forma provoca la materia, non già come lotta di opposti, ma come fattori di un’unica sintesi, dominata e disciplinata dalla forma.»
Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[parte settima dialettica e prassi,XXIX Dialettica realistico – dinamica, § 8- La forma a valore dialettico. p. 348].

Trascendentali,coppieFormaMateria

Figura 8: La relazione tra trascendentali qualifica la relazione operativa tra due soggetti. La relazione  può essere
A – costruttrice della parte come unità (marron a sinistra),
B – costruttrice della sintesi tra le Parti (giallo oro a destra),
C – attivatrice  della materia-rende possibile la attivazione della parte (verde in alto),
D – attivatrice della forma- rende possibile la attivazione-  del tutto (verde in basso)
.


5a- La relazione  tra due soggetti  nel loro dinamismo gestito da  socialità-missionarietà.

Quale è il modo di agire della coppia trascendentale rispetto ai soggetti?

Socialità-missionarietà sono i trascendentali del tutto-che-unifica-le-parti. Il contenuto di questa coppia consiste nel generare  la convivenza funzionale organica tra le parti  in senso organico.

Grazie alle sue caratteristiche la coppia socialità-missionarietà  della Matrice garantisce da una parte l’autonomia di entrambi i soggetti (che a loro volta si costruiscono con i trascendentali della parte), dall’altra la consistenza “fenomenica” di uno dei due. La compartecipazione ontologica garantisce infine la divenienza.  La sintesi tra loro è garantita quando il piano fenomenico-operativo (sapienza agire) si adegua progressivamente a quello essenzial-esistenziale, generando l’operatività dell’ente dinamico nel suo complesso.

La sintesi di un soggetto avviene con ciascun elemento dell’altro soggetto attraverso la coppia “socialità-missionarietà”. Avremo quindi  due sintesi di socialità-missionarietà visibili  per esempio

  1. La prima tra piano essenziale e soggetto fenomenico (fig. 6)
  2. la seconda tra piano esistenziale e soggetto fenomenico (fig. 7)

Trascendentali,SintesiSocialità

Figura 9:La socialità in evidenza è l’attivazione della sintesi tra i soggetti ed infatti compartecipa tanto all’agire esistenziale del soggetto totale quanto al fenomenico del soggetto A e al fenomenico del soggetto B. Tutti i soggetti si trovano contemporaneamente, anche se a titolo diverso, nella stessa socialità.

5b-la relazione  tra due soggetti nel loro divenire di forma e/o materia

Il secondo passo è  ripensare la “MODALITÀ” di essere forma operativa. Forma e materia interne[11] al divenire della parte nel tutto

  1. La missonarietà  è forma in grado di attivare la parte attraverso la coppia missionarietà-educatività  e così chiudere il ciclo
  2. la moralità di cui viene espressa la capacità di costruire la parte in funzione del tutto attraverso la coppia di trascendentali moralità-socialità. È proprio la natura di funzionalizzare al tutto in quanto forma materiata[12] che attiva necessariamente la convivenza funzionale delle parti.

I trascendentali si mostrano cosi come piano operativo della forma[13], ossia come la modalità operativa  attraverso la quale i piani dell’essere realizzano operativamente l’ente.

«La dialettica a cui ci riferiamo è la Iogica dinamica oggettiva interna della realtà storica stessa come realtà dinamica: logica emanante dalla sua essenza e ad essa immanente. Tale dialettica, di natura essenziale dinamica, a valore estremamente operativo, diventa la legge suprema della prassi, accompagnandola in ogni sua espressione e garantendone la coerenza e la funzione costruttiva ad ogni livello, compresi i livelli al di sotto del suo piano essenziale, rappresentati dal piano esistenziale, fenomenico, ed operativo empirico, della prassi stessa. I quattro piani dell’essere, infatti, competono anche alla prassi, che è essa pure essere: la faccia attivistica di quell’essere che abbiam chiamato SD.»

Tommaso Demaria,3  LA REALTA’ STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975[VI  La prassi dinontorganica, § 9 – Dialettica dinontorganica p. 235]

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Figura 10: Socialità-missionarietà relaziona il piano esistenziale  di un soggetto con l’’essenziale del secondo

image041Figura 11: socialità-missionarietà collega il piano operativo di un soggetto con l’essenziale dell’altro attraverso la divenienza

La divenienza di forma e materia

La  “matrice dinontorganica fenomenica” è una rappresentazione piana dei “cicli attivistici” posti dai piani dell’essere.

Ciò significa che il primo piano (ciclo essenziale)è un tutt’uno con l’ultimo il piano operativo (ciclo della prassi): questa caratteristica, si realizza attraverso i trascendentali dinamici nella “matrice dinontorganica operativa”.
Trascendentali,cicloSapienziale

Figura 12: la disposizioni dei trascendentali dinamici dipende dalle loro caratteristiche intrinseche. La divenienza[14] è rappresentata attraverso la coincidenza di entrambi i trascendentali del piano operativo con quelli del piano essenziale ( in verde)

Raffigurazione della Matrice dinontorganica operativa nella sua struttura

 

Giunti a questo punto abbiamo molti degli elementi necessari  per giudicare se la struttura formata dai trascendentali dinamici sintetici ed analitici sia formalità in grado di trasmettere le caratteristiche del dinontorgnismo. Attraverso la struttura operativa, rimanendo sempre nel piano essenziale  che diffonde necessariamente ad ogni suo aspetto abbiamo   esplicitato il dinontorganismo…

  1. Abbiamo mantenuto la relazione tra piani dell’essere e trascendentali dinamici che fonda la dialettica
  2. Per la presenza nell’essenza dinamica dei piani dell’essere siamo certi che ogni casella della “matrice dinontorganica fenomenica” rappresenta una religiosità derivata, forma operativa della prassi.
  3. Abbiamo anche compreso che i trascendentali dinamici analitici che realizzano le singole religiosità si trovano necessariamente in relazione ontologica con la parte trascendentale delle altre religiosità.
  4. Abbiamo riconosciuto che la sintesi  avviene attraverso le stesse proprietà dei trascendentali  analitici che abbiamo definito come educatività moralità socialità e missionarietà.
  5. Abbiamo riconosciuto la compartecipazione dei trascendentali analitici come strumento unificante.
  6. Abbiamo sommariamente definito le caratteristiche delle coppie  dei trascendentali dinamici analitici, la loro relazione  e la loro funzione.
  7. Abbiamo rilevato in che modo la relazione tra coppie trasmette l’azione di  forma tra soggetti (essere parte per il tutto) in grado di  attivare la costruzione della parte. E viceversa l’attivazione del tutto.
  8. Abbiamo anche impostato una forma grafica che ci aiuta ad aver presente ogni fattore disponendo il ciclo dei trascendentali dinamici all’intorno della religiosità.
  9. Nel reale vige la legge della reversibilità[15], ma nel nostro grafico ci dobbiamo limitare. Definiamo la posizione di partenza dei trascendentali  dinamici analitici che mantenga tutte le proprietà presenti nella raffigurazione della matrice fino a qui elaborata.

Non abbiamo ancora affrontato il contenuto ontico e salvifico che  ogni religiosità derivata possiede.

 

[1] « A livello di ontologia realistico-dinamica pura (che è ancora di indole metod

ologicamente astrattiva), possiamo parlare di TD sintetico unicamente come religiosità (o antireligiosità).  A livello di ontologia realistico-dinamica derivata ossia a livello di metafisica di realtà storica come tale, la religiosità e l’antireligiosità come TD sintetico dovranno esprimere il proprio contenuto e qualificarsi con esso.»

Tommaso Demaria,2 METAFISICA DELLA REALTA’ STORICA,Costruire Bologna 1975[IV  I cinque trascendentali dinamici, § 8 – Essi soli p. 127].

[2] « …, dando luogo all’ente dinamico. Esso è appunto l’ente la cui essenza reale ancora non è ma si fa attivisticamente nello spazio e nel tempo.»   Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[IV  Realtà sociale come ente dinamico, § 7- Origine della differenza. p. 49].

 

[3]    «In effetti, tutta la realtà umana esistenziale è per sua intima natura ed esigenza, religiosa, educativa, morale, sociale, missionaria. Diciamo: «per sua intima natura», e cioè nella sua essenza di EDUC. Sotto questo profilo, le suddette formalità appaiono universali, necessarie, supreme, irriducibili. Appaiono tali tutte e cinque, ed esse sole. Risultano, in una parola, trascendentali dinamici, i quali hanno sempre valore metafisico essenziale, e non empirico, fenomenico. Si riferiscono cioè alla realtà umana esistenziale o realtà storica, vista nella sua essenza di EDUC, e vi appartengono.»     Cf. Tommaso Demaria,Ed.Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten,  Torino 1957,V SINTESI SOCIALE CRISTIANA, cap. V (Trascendentali dinamici e realtà sociale),  § (8- Applicazione.) p.

[4] Tommaso Demaria,6 NUOVE PROSPETTIVE IL DINONTORGANISMO,  [i trascendentali,III  I trascendentali ontologici dinamici, § 4 – La ragione della loro successione. p. 40].

 

[5]    «Essenzializzazione dell’esistenza, dunque. Essenzializzazione, che importa la sintesi essenziale dell’esistenza nella essenza.»     Cf. Tommaso Demaria,Ed.Costruire,  Bologna 1975,I ONTOLOGIA REALISTICO DINAMICA, cap. II (Essenza dell’ente dinamico),  § (II.II. l0 – Essenzializzazione dell’esistenza) p.

[6] «In tal modo è ovvio che accanto al TD sintetico della religiosità si pone una serie di altri TD sintetici. Ma non sono altro che sinonimi dello pseudo-TD sintetico dell’antireligiosità, che non moltiplicano il TD sintetico, ma lo qualificano solo negativamente (appunto come antireligiosità), sul terreno della concretezza storica esistenziale. Torna qui la solidarietà fra ontologia realistico-dinamica pura, e metafisica della realtà storica come concreta realtà umana esistenziale. A livello di ontologia realistico-dinamica pura (che è ancora di indole metodologicamente astrattiva), possiamo parlare di TD sintetico unicamente come religiosità (o antireligiosità). A livello di ontologia realistico-dinamica derivata ossia a livello di metafisica di realtà storica come tale, la religiosità e l’antireligiosità come TD sintetico dovranno esprimere il proprio contenuto e qualificarsi con esso

Tommaso Demaria,2 METAFISICA DELLA REALTA’ STORICA,Costruire Bologna 1975[IV  I cinque trascendentali dinamici, § 8 – Essi soli p. 127].

[7] «Come attività oggettivata, l’azione non appartiene più al soggetto agente, ma appartiene alla realtà umana esistenziale, alla realtà storica diventata dinamica, obbedendo alla sua essenza profonda di EDUC fatto di divenienza e attivismo. Ovviamente l’azione s’inserisce nell’aspetto attivistico di esso, diventando pertanto parte della prassi, e partecipando la natura della prassi, che traduce l’azione rifusa nella prassi, in una realtà transpersonale, superindividuale, concreta e dinamica, sintetica e dialettica.»

 Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[XXXI  La prassi cristiana, § 7- La realtà della prassi. p. 372].

[8] «La concezione collettivistico-dinamica dell’attività come prassi, con la risoluzione (anziché rifusione) dell’attività in pura prassi da parte del marxismo, elide la radicale considerazione individuale-statica dell’attività stessa, legata alla persona umana come natura, la quale per noi rimane, nonostante la sua attuale storicizzazione nella prassi. È una persistenza che garantisce la libertà e la moralità della stessa attività rifusa nella prassi dinontorganica. Mentre per il marxismo (a cominciare da Marx) l’attività individuale in quanto tale non può essere né libera né morale, mancandovi il supporto della persona come essere etico e libero, a titolo personale. Fuori della persona la libertà diventa «libe­razione», e l’etica sarà quella della dialettica rivoluzionaria.»   Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[parte ottava la prassi e le sue leggi,XXXIV  Attività e prassi, § 3- Considerazione dinamica dell‘attività e concezione marxista. p. 406].

 

[9] «Questione indispensabile anche questa, per chiarire la dialettica realistico-dinamica, la quale, come si è detto, si riferisce bensì metafisicamente all’EDUC, ma deve applicarsi a tutto il contenuto di esso e a tutta la realtà umana esistenziale, compreso quindi anche l’ente dinamico particolare..»   Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[parte settima dialettica e prassi,XXIX  Dialettica realistico – dinamica, § 7- Genesi dialettica dell‘EDUC. p. 348].

 

[10] «Positivamente, la realtà storica parziale segna la redenzione metafisica della realtà storica particolare, inserendola nel suo vero essere, rivelatore della sua natura profonda e promotore della sua genuina ed inequivocabile dialettica. Si tratterà pertanto, formalmente, non già di discendere dalla realtà storica universale alla particolare, ma di risalire da questa, come dato di esperienza, alla realtà storica universale e totale. E se si ridiscende metodologicamente ad una realtà storica particolare o comunque ci si trova impegnati con essa, ciò non sarà che per tradurla formalmente da realtà storica particolare in realtà storica parziale, a fine di poterla metafisicamente situare e studiare in funzione del tutto.»   Tommaso Demaria,2 METAFISICA DELLA REALTA’ STORICA,Costruire Bologna 1975[,II  Essenza e analisi della realtà storica, § 6 – Realtà storica universale e particolare; totale e parziale p. 51-52].

[11] «La funzione della dialettica trascendentale in tale rapporto non può essere che questa: attuare la materia dell’ente dinamico, che è materia seconda dinamica, con la sua vera forma, dinamica anch’essa, ossia diveniente e dialettica. In rapporto a tale attuazione la dialettica trascendentale»   Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[XXX  Analisi della dialettica realistico – dinamica, § 6- Dialettica trascendentale e materia seconda. p. 358].

[12] «La forma, per sua intima natura è attualizzante. Ciò vale anche per la forma essenziale dell’ente dinamico. Ma per le compresenze e compenetrazioni ontiche e sinergiche suesposte, la forma dinamica, oltre ad essere attualizzante, è anche forma causale, effettuale, e materiata, secondo che si trova nella causa efficiente, finale e materiale, qualificandole e venendone qualificata, assorbendole e venendone assorbita.»   Tommaso Demaria,2 METAFISICA DELLA REALTA’ STORICA,Costruire Bologna 1975[III  Forma metafisica e formalità trascendentali, § 2 – Forma e materia p. 71].

[13] «Il trascendentale dinamico vero ha appunto questa duplice funzione: calare il Divino nell’umano, sintetizzando l’umano nel Divino.

Come si è già accennato, il sistema dei trascendentali dinamici funziona sia in campo religioso, che in campo profano. In que­st’ultimo campo, il sistema dei trascendentali dinamici opera soprattutto attraverso l’ideologia come anima della prassi.»   Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[VI  Pseudotrascendentali dinamici, § 8- Città di Dio e Città di Satana.  p. 73].

 

[14] «Entrambe le scelte meta­fisiche della realtà sociale, o come ente dinamico o come prassi, impegnano tutta la realtà sociale, sia come divenienza che come attivismo, poiché dinamicamente attivismo e divenienza sono correlativi, sì da non poter affermare una cosa senza comprendere anche l’altra.»   Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[IV  Realtà sociale come ente dinamico, § 2- La scelta realistico-dinamica. p. 43].

[15] «I TD sono innanzitutto reversibili fra loro. Essi infatti, come già i trascendentali dell’ente come tale, formaliter distinguuntur, realiter identificantur seu convertuntur. Si distinguono formalmente ma si identificano, si convertono, ossia si reciprocano, sono “reversibili”, nella loro realtà oggettiva. Ne segue che nella sua realtà concreta, ogni singolo trascendentale si traduce nella realtà degli altri, sì da potersi vicendevolmente scambiare e da equivalersi. Il TD analitico dell’educatività ad esempio sarà tale, nella misura che è anche TD analitico morale, o missionario, e viceversa. E’ la legge della reversibilità, che si pone per prima e viene presupposta dalle altre.»   Tommaso Demaria,2 METAFISICA DELLA REALTA’ STORICA,Costruire Bologna 1975[IV  I cinque trascendentali dinamici, § 3 – Leggi dei TD p. 148].