Appuntamento settimanale con la metafisica realistico integrale 603

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8 – O futuro dinontorganico, o catastrofe antirealistica

 

Nuova costruttivitàC3Se quanto siam venuti dicendo ha un senso, il dilemma posto da quest’ultimo paragrafo cessa di essere una frase ad effetto, per diventare anch’esso una specie di profezia, o più esattamente uno slogan di sapore futurologico.

Per fortuna le profezie sono sempre (o quasi sempre) condizionate, in positivo o in negativo. Si verificano, se si fa, oppure non si fa, quella tal cosa. E’ così anche per qualsiasi legge del futuro, poiché, come legge del futuro, nella sua applicazione diventa anche profezia.

Ora è difficile dire se in futuro la legge della costruzione dinontorganica sarà soddisfatta o non soddisfatta. Ciò che importa sapere è che la suprema legge del futuro rimane quella. E poiché « il futuro è già cominciato », tale legge, come esigenza storica, è già diventata operante. O già fin d’ora si comincia a costruire il futuro dinontorganicamente, o, forse senza volerlo e senza saperlo, si lavora e si concorre a lavorare per la catastrofe.

Nessuna catastrofe storica avviene all’improvviso o si consuma totalmente dall’oggi al MedioEvo2c3,ISISdomani, tanto meno le catastrofi « storico-dinamiche ». A proposito di catastrofi storiche si è soliti pensare alle guerre e alle rivoluzioni,(ISIS ndr) senza darsi conto che sono ancora dei tipici fenomeni statici: una autentica « contaminazione » di statico e dinamico. E’ la mentalità statica che fa ricorso alle guerre e alle rivoluzioni per cambiare una data realtà storica statica, perché, essendo essa statica o tale venendo giudicata, da sola non cambia, e quindi bisogna cambiarla con guerre e rivoluzioni. E’ il senso nuovo di queste, in quest’epoca di transizione, che combina assieme così male statico e dinamico.

Poiché, come abbiam detto, il nostro « medioevo » appartiene già all’epoca dinamica anche se solo in fase di transizione, il suo dinamismo è trasformante, ed « ontologicamente trasformante ». Il che è la negazione non solo del trasformismo, che è opportunismo a livello individuale, ma anche del riformismo e del rivoluzionarismo, che sono palliativi od opportunismi a livello di massa e più esattamente a livello ideologico o antiideologico. Non parliamo dello spirito guerrafondaio o dell’espediente bellico praticato in forme diverse, in parte inedite e caratteristiche di un’epoca dinamica di transizione, poiché qui ci troviamo di fronte all’aberrazione pura e semplice.

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