Dial. trasc. e Materia Seconda

Veniamo alla dialettica trascendentale in rapporto agli enti dinamici particolari, ossia in rapporto alla materia seconda dell’EDUC.

La funzione della dialettica trascendentale in tale rapporto non può essere che questa: attuare la materia dell’ente dinamico, che è materia seconda dinamica, con la sua vera forma, dinamica anch’essa, ossia diveniente e dialettica.

In rapporto a tale attuazione la dialettica trascendentale assolve un duplice compito: l’uno negativo, di salvaguardia da schematizzazioni statiche; l’altro positivo di immanentizzazione capillare, strutturale e funzionale, del Corpo Mistico come forma, nella realtà umana esistenziale.

Innanzitutto salvaguardia da schematizzazioni statiche. In esse ricadono

  • le gerarchie di valori, di fini;
  • le pianificazioni più o meno convenzionali e aprioristiche, basate su modelli ideali o giustificate solo da deduzioni logiche ed astratte;
  • un modo d’agire in funzione della persona umana non solo come servizio, ma come fonte e norma dell’agire stesso.

E, finalmente, le separazioni fra

  •  il temporale e lo spirituale,
  • l’umano e il Divino,
  • il naturale e il Soprannaturale,
  • nonché fra le diverse categorie che si sogliono giustapporre o contrapporre. Dicasi altrettanto delle rispettive confusioni.

La separazione è analisi, che va contro la dinamicità della sintesi. La confusione può essere un tentativo di superamento dell’analisi e della staticità, peggiore del male a cui vuole rimediare, perché rischia di rifiutare la solidità e chiarezza dello statico, senza inserirsi nella dialettica realistico-dinamica.

Le schematizzazioni e i comportamenti sopraddetti rimangono fuori dell’ente dinamico, per cui la dialettica realistico-dinamica deve salvaguardarsene, non solo o non già perché siano errati o inetti, ma per la ragione che, essendo fuori dell’ente dinamico, bloccano la dialettica dell’ente dinamico stesso, a cominciare dalla sua dialettica trascendentale.

Oltre a salvaguardare l’attuazione dell’EDUC dalle schematiz­zazioni statiche che l’ostacolano, la dialettica trascendentale deve attuarlo positivamente attraverso l’immanentizzazione capillare, strutturale e funzionale della sua forma.

L’EDUC ontologicamente è sintesi dinamica di materia se­conda e forma trascendentale. Ma tale sintesi dinamica in tanto si attua, in quanto la materia seconda viene attuata dalla forma trascendentale capillarmente, strutturalmente e funzionalmente, nella misura che la forma s’immanentizza nella materia.

 

Per l’immanentizzazione capillare, la materia viene permeata dalla forma trascendentale in ogni sua parte e momento.

Per l’immanentizzazione funzionale, supera il proprio immobilismo antifunzionale.

Per l’immanentizzazione strutturale, la forma trascendentale attuerà cristianamente le strutture della realtà umana esistenziale come materia seconda, tenendo presente che per la realtà profana si tratterà di attuazione cristiana non più «sacrale», ma «ideologica».

Possiamo ancora aggiungere una immanentizzazione operativa della forma trascendentale nella materia. Per essa si superano gli schemi operativi personalistici, sempre inadeguati in rapporto alle autentiche esigenze dinamiche, di per sé statici, analitici ed astratti, non compensati da approssimativi o convenzionali ade­guamenti all’esigenza storica, suggeriti da apprezzamenti soggettivi o dalle sole indicazioni delle discipline antropologiche.

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