la trasmissione della vita è l’unica via per un futuro

Tutti i danni planetari sono stati causati da processi tuttora in atto che vengono unificati sotto il nome di modello di sviluppo consumista. È infatti importante sostituire tutti i PROCESSI che inquinano con  nuovi processi e soluzioni che non siano inquinanti. Potremo così anche  risolvere il problema del cambiamento climatico-ambientale superando la soluzione tecnologica che di per sé risulta insufficiente[1].

L’effettiva risposta Friday for future consiste Friday for life, nel cambiamento di modello (LS194[2]), nella sua sostituzione con un modello di sviluppo scientifico che sia in grado di trasmettere la vita, tanto quella umana come quella dell’ambiente in cui viviamo. Da quasi settant’anni Happy network e il MID Si occupano del modello alternativo e scientifico che traduce le  logiche della vita organica.

All the planetary damages have been caused by ongoing processes that are unified under the name of the consumerist development model. It is in fact important to replace all the PROCESSES that pollute with new processes and solutions that are not polluting. In this way we will also be able to solve the problem of climate-environmental change by overcoming the technological solution which in itself is insufficient.

The effective response Friday future consists Friday for life, in the change of model (LS194), in its replacement with a model of scientific development that is capable of transmitting life, both human life and that of the environment in which we live. For almost seventy years, Happy Network and the MID have been dealing with the alternative and scientific model that translates the logic of organic life.

Tous les dégâts planétaires ont été causés par des processus qui sont toujours en cours et qui sont unifiés sous le nom de modèle de développement consumériste. Il est en effet important de remplacer tous les PROCESSUS polluants par de nouveaux processus et solutions non polluants. De cette manière, nous pourrons également résoudre le problème du changement climatique et environnemental en allant au-delà de la solution technologique, qui est insuffisante en soi. La vraie réponse Vendredi pour l’avenir consiste Vendredi pour la vie, à changer de modèle (LS194 ), à le remplacer par un modèle de développement scientifique capable de transmettre la vie, aussi bien la vie humaine que celle de l’écosystème dans lequel nous vivons. Depuis près de soixante-dix ans, Happy network et MID travaillent sur le modèle alternatif et scientifique qui traduit la logique de la vie organique.

clicca qui per scaricare il testo.


[1] Il successo sostenibile è legato ai criteri di sviluppo scelti, solo criteri di sviluppo perché hanno la caratteristica di essere universali , come i criteri utilizzati in ISO 9004:2018.

“Quality management – Quality of an organization –  Guidance to achieve sustained success

La norma fornisce linee guida [criteri di sviluppo dell’organizzazione ndr] per accrescere la capacità di un’organizzazione di conseguire il successo durevole [organico-dinamico], nonché un metodo di autovalutazione (appendice A) per riesaminare quanto estesamente l’organizzazione stessa abbia adottato i concetti in esso contenuti.

[…]” La norma è applicabile a qualsiasi organizzazione indipendentemente da dimensione tipo ed attività.

 Incipit UNI EN ISO 9004:2018

[2] «194. Affinché sorgano nuovi modelli di progresso abbiamo bisogno di «cambiare il modello di sviluppo globale», [136] la qual cosa implica riflettere responsabilmente «sul senso dell’economia e sulla sua finalità, per correggere le sue disfunzioni e distorsioni».[137] Non basta conciliare, in una via di mezzo, la cura per la natura con la rendita finanziaria, o la conservazione dell’ambiente con il progresso. Su questo tema le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro. Semplicemente si tratta di ridefinire il progresso.»
Francesco, Laudato Sii, Libreria Editrice Vaticana Roma 2015, 5-ALCUNE LINEE DI ORIENTAMENTO E DI AZIONE, IV POLITICA ED ECONOMIA IN DIALOGO PER LA PIENEZZA UMANA, n°/p. 58-59 http://www.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papa-francesco_20201003_enciclica-fratelli-tutti.html.

L’organismo è il fondamento dell’intero realismo (1)

L’organismo si mostra da solo

In una scienza fatta per dimostrazioni come lo è la metafisica, il punto di partenza gioca un ruolo fondamentale.

Infatti quando A = B e B=C ne segue che C=A, partire da un errore (A è errato) inficia tutto il resto della catena, non importa quanto sia logico. Anzi la logica ferrea mi garantisce l’errore ad ogni passaggio. Purtroppo questa ripetizione dell’errore è la storia del filosofare di moltissimi filosofi, a partire dallo stesso Cartesio.

il punto A deve essere una auto (di)mostrazione del reale. Per brevità la indicheremo   con il termine “mostrazione”.

La mostrazione realista

  1. “Io sono vivo e non mi sono fatto da me” è una adaequatio intellectus et rei. Dove Rei si rivela. in quanto realtà viva,in questo caso specifico è una percezione dell’uomo.

Caratteristiche.

  1. “Io sono vivo” è una proprietà dell’essenza, “non mi sono fatto da me” è la percezione della mia esistenza che ha un inizio. Possedere un principio vitale è percezione universale, è necessaria, è assoluta, è irriducibile, è suprema.

Scienza metafisica.

  1. Io sono vivo ma non mi sono fatto da me” è percezione metafisica da parte dell’uomo, prima non c’è nulla:  la scienza metafisica inizia con l’uomo.  Poiché la prima percezione è questa ne segue che il metodo di questa scienza è necessariamente adaequatio intellectus et rei, il piano operativo di questa mostrazione. La realtà si mostra ed io la percepisco.
  2. Io sono vivo ma non mi sono fatto da me” mostra una realtà essenzialmente complessa e viva. Infatti il principio vitale “non lo ho fatto io” e per questo mi precedeva e mi è stato comunicato; mentre il mio “io” è nato con me, è unico e irripetibile. “Io”, ho un inizio e sono ente creato , mentre il principio vitale necessariamente non si è fatto da sé.
  3. Poiché il principio vitale lo possiede pure Dio, ciò che è creato è per forza  la “realtà complessa di Io & principio vitale”.  Quindi “sono un organismo”  in cui il principio vitale si accompagna ad un ente creato (Io&principio vitale impastato di materia).
  4. La mostrazione di “Io sono vivo ma non mi sono fatto da me” per la sua natura universale rivela perciò la categoria ontologica organica che è appunto definibile come “Realtà complessa animata da un proprio principio vitale e quindi capace di vivere ed agire a titolo proprio”.
  5. E poiché l’affermazione “io sono vivo ma non mi sono fatto da me” l’ho fatta “io – uomo”, e come per me è necessaria a chiunque nel genere umano, posso affermare che essa costituisce la base universale della scienza metafisica. Di conseguenza l’intera metafisica realista a partire dalla sua origine, si fonda necessariamente sull’organismo in quanto categoria ontologica, “realtà complessa animata da un proprio principio vitale e quindi capace di vivere ed agire a titolo proprio”, senza la quale non sarebbe possibile nessuna adaequatio intellectus et rei.2020,organismoFondamentoRealismo(continua)

L’organismo dinamico fa parte fondamento della metafisica realista.(2)

  L’organismo dinamico è già nella mostrazione.

Abstract. “Io sono vivo ma non mi sono fatto da me” è una mostrazione che si presenta a qualunque vivente, anche al primo robot vivo della fantascienza. Si mostra a tutti, ma la scienza metafisica fa parte dell’umano. Ne segue che per fondare la scienza metafisica umana questa mostrazione va completata nel suo piano fenomenico che definisce a quale vivente essa si mostra, ossia va completata con “sono individuo-persona1 e genere umano” .

A suo modo anche il piano fenomenico ha le caratteristiche dell’auto dimostrazione, perché rappresenta la definizione di partenza di una scienza metafisica umana che, appunto, è umana.

Accogliendo “io sono vivo ma non mi sono fatto da me, sono individuo-persona e genere umano2” possiamo affermare che tutta la scienza metafisica realista (con la rispettiva antropologìa) si basa sulla comunità umana e sulla trasmissione della vita, sulla persona cellula, persona in sé autonoma e in sé sovrana e perciò libera.

Assieme al piano fenomenico anche il piano operativo della mostrazione (l’“adaequatio intellectus et rei”), si precisa nell’adaequatio dell’azione presente nella “mostrazione umana”.

La mostrazione primaria della metafisica in tutti i suoi piani dell’essere, oltre a costituire il necessario fondamento della metafisica realista, è la base della Matrice Dinontorganica Operativa, la cui struttura “ essenzialmente dinamica” è lo spazio necessario alla libertà della persona .

Il piano fenomenico della scienza realistico dinamica.

All’ “actus cosciendi”3 “io sono vivo e non mi sono fatto da me”, oggi si aggiunge necessariamente anche il lato fenomenico: “sono individuo-persona umana & genere umano”, perché non posso ammettere la presenza della persona senza la presenza della razionalità “genere umano”. Poiché la “evidenza” è dentro ciascuno di noi, si tratta ancora di una mostrazione, e come tale di una banalità così sconcertante da spingere alla chiusura del file perché tutto quello che c’era da sapere ora si è reso evidente. Approvo la scelta, ma spingo alla lettura gli interessati alla Matrice dinontorganica operativa, perché questa mostrazione fenomenica ne rappresenta il fondamento ineliminabile.

Siamo un ente composto, e questo fonda la scienza metafisica.

La scienza metafisica è correlata alla persona seziente, e non all’individuo fisico e alla razza umana e perciò, poiché siamo all’interno di uno studio sulle radici della scienza metafisica, dove possibile ci limitiamo alla persona e all’insieme delle persone chiamato genere umano o umanità.

Seguendo il filo dell’essenza possiamo osservare che persona ed umanità sono necessariamente ente composto perché

  • unite, in quanto non si può ammettere, né ora né mai, la presenza della persona senza contemporaneamente ammettere la presenza del genere umano, né che l’una venga prima dell’altro. Ma nello stesso tempo
  • distinte, in quanto la loro RAZIONALITà INTERNA OGGETTIVA ha contenuto correlato ma distinto e quindi è distinta anche la loro essenza. Infatti ci sono due razionalità necessarie che la persona non può darsi da sè, l’avere la vita e l’essere comunità, entrambe conseguenza primaria del “non mi sono fatto da me”. Questa dimensione di comunità può avere solo valore essenziale perché trasmette la vita. Difatti sono vivo perché qualcuno del genere umano mi ha trasmesso la vita; e per trasmettere la vita la razionalità del genere umano si manifesta come comunità, familiare, o non familiare come è nel caso della clonazione. A questo si accompagnano altre differenze come la persona muore, ma il genere umano non muore con essa, … ecc.
  • persona e comunità non coincidono.

Natura della comunità “genere umano”.

La natura ontologica della persona umana non pone problemi. Diverso il caso del genere umano che può essere ente di relazione o ente veri nominis4. Anticipiamo l’intero percorso iniziando con il precisare l’oggetto materiale5 della nostra osservazione: l’agire nella mostrazione. Questo oggetto è necessario perché la trasmissione della vita è un’azione. E dell’oggetto materiale precisiamo l’oggetto formale di questo studio: la razionalità dell’agire in quanto piano operativo contenuto nella mostrazione di persona ed umanità (e quindi dipendente dalla rispettiva essenza).

Il percorso logico è questo: Quando il piano operativo non è sovrapponibile, non è sovrapponibile nemmeno l’essenza di cui il piano operativo è l’espressione; e quando vengono osservate nel loro piano operativo, la RIO della persona e del genere umano sono complementari ma diverse;

  1. la RIO della persona riceve il principio vitale, ma la RIO della persona in sé non può trasmettere il principio vitale;
  2. può trasmettere il principio vitale come parte di una azione complessa, assumendo per il proprio agire (se lo desidera) la RIO propria del genere umano da cui è autonoma e da cui è distinta ma non divisa;
  3. il piano operativo della trasmissione della vita configura il Genere Umano come ente, proprio perché il Genere Umano deve possedere il principio vitale organico da donare. Più precisamente il possesso del principio vitale rivela il Genere Umano come ente-organismo (realtà complessa di ente creato e principio vitale) .
1-Il piano operativo della trasmissione della vita passa dal costituire una comunità.

Il piano operativo della trasmissione della vita nel genere umano mi mostra che per trasmettere il principio vitale occorre costituire una azione comunitaria coordinata e costruttiva, anche e soprattutto nel caso della clonazione, la quale richiede uno sforzo comunitario ancora più grande.

1b-Il genere umano non è la persona, perché ha una diversa RIO.

Il genere umano può essere considerato come acervus, come relazione o come ente.

Possiamo giudicare il suo statuto in base al tipo di azione che produce per esistere.

  1. Non può essere un acervus perché la logica della sua azione è necessaria, coordinata, costruttiva, stabile nel tempo, invece di essere l’azione casuale e frammentaria tipica dell’acervus.
  2. Non può essere solo una relazione perché una relazione non può godere del principio vitale e quindi della capacità di trasmetterlo, cosa che invece è necessaria alla mostrazione.
  3. Quando riconosciamo alla persona la Razionalità Interna Oggettiva di autonomia (“io”) non possiamo darle contemporaneamente lo status ontologico di comunità. E poiché genere umano e persona nella mostrazione sono indivisibili ed è presente l’azione di trasmissione della vita dell’una o dell’altro, non resta che concludere che la RIO “comunità” necessaria alla trasmissione della vita è caratteristica del genere umano-ente, e non della persona.

Del resto tutto questo è conforme a San Tommaso6, ma questo apre il problema della comprensione della natura e dei limiti di questa partecipazione ontologica che per ora osserviamo nel piano operativo.

2 – Il genere umano ha una RIO a cui la persona può attingere.

Lo statuto comunitario vitale e vitalmente operante lo si osserva anche in “io sono vivo, ma non mi sono fatto da me, sono genere umano & persona”7. La RIO comunitaria:

  • è universale (c’è stata fin dall’inizio e ci sarà fino alla fine in quanto non è pensabile che la persona si possa dare la vita da sé stessa)
  • è necessaria (perché la mostrazione richiede una comunità di persone che genera una persona)
  • è assoluta (si impone all’esistere tanto del genere umano quanto a quello della persona)
  • è suprema ( in persona& umanità nulla viene prima o ha valore maggiore della mostrazione comunitaria&personale)
  • è irriducibile (non si può assegnare a null’altro che al genere umano perché la persona non è comunità, né una relazione può possedere il principio vitale ma lo può possedere solo un organismo)
3-Ciò che trasmette la vita può essere solo ente-organismo perché possiede necessariamente il principio vitale.

Posso dare solo ciò che ho, chi trasmette la vita deve possedere il principio vitale e tutti gli enti creati che possiedono il principio vitale sono organismi. La categoria dell’organismo è infatti la categoria degli enti che sono: “realtà complessa animata da un proprio principio vitale e perciò capaci di vivere ed agire a titolo proprio”.

Per vedere il genere umano dobbiamo osservare dove esso si mostra, nella comunità che trasmette la vita, ossia la comunità familiare. Da questa comunità familiare possiamo ricavare alcune altre caratteristiche del genere umano-ente:

  1. Ha una forma, la vita organica che deve trasmettere. La Vita Organica (ossia creata) è la razionalità interna oggettiva della categoria dell’organismo (vedi).
  2. è impastato di materia, costituita dall’agire delle persone che lo compongono. Per questo il Genere Umano è razionalità e deve restare razionalità, per poter essere divenienza dell’agire delle persone.
  3. La causa che lo genera è la presenza della comunità, in genere familiare organico-dinamica. È essa che per esistere deve assumere la razionalità vitale e vitalmente operante del genere umano.
  4. La causa finale è la trasmissione dell’agire organico all’agire delle persone. Nel nostro studio limitato trasmette la RIO della vita all’agire della persona senza crearla, ossia pro-crea e non solo nel senso fisico proprio dell’individuo.

Poiché la comunità familiare non può sussistere senza assumere la RIO del genere umano, la famiglia è ente. Mentre questa affermazione per i non cristiani potrebbe essere sorprendente, per i cristiani è conforme al loro credo8.

E poiché la comunità familiare opera fenomenicamente la trasmissione della vita, di nuovo dobbiamo osservare che la “comunità familiare” per questo motivo è ente-organismo anche se fenomenico, perché non si può dare ciò che essenzialmente non si possiede. Possiamo perciò riassumere e tradurre le razionalità dell’agire nella tavola che segue.

Mostrazione,famiglia
Figura 1: l’ente famiglia, la cui razionalità interna oggettiva opera la sintesi fenomenica tra persona e genere umano è necessariamente presente in “io sono vivo ma non mi sono fatto da me, sono persona e genere umano.” Ed è ente-organismo.

La libertà ontologica.

L’evidenza di essere persona e genere umano segue l’”actus cosciendi”, che inizialmente non lo esprime. Tuttavia la scienza metafisica è necessariamente espressione umana come tutte le altre scienze. La base della scienza metafisica si trova perciò nell’”actus cosciendi” completato dalla evidenza di essere contemporaneamente persona viva& genere umano-ente-vivo.

Sintesi qualitativa dell’agire.

E questo pone dei problemi, in quanto due enti che hanno la stessa essenza sono lo stesso ente, e quindi sembrerebbe metafisicamente impossibile ammettere l’unità persona-genere umano. Per intravvedere la situazione reale occorre notare come la sintesi tra gli enti-organismo avvenga a livello della Razionalità Interna Oggettiva che anima l’agire della trasmissione della vita e la libertà. Il piano fenomenico mostra l’attivismo della persona (ossia l’agire) che si coniuga con la RIO del genere umano-ente. Possiamo controllare l’affermazione osservando come sia proprio la RIO del genere umano (=comunità e trasmissione della vita) che produce la concretizzazione del genere umano in una famiglia attraverso l’agire espresso dalla persona. La persona a sua volta non può porre la divenienza perché libera.

Sintesi qualitativa dell’agire libero.

Il fatto dell’autonomia e sovranità della persona in sè, lapalissiano, è estremamente importante nell’ontologia della persona perché ne fonda la libertà.

  • La persona ontologicamente libera è un “io vivo” contenete in sé la RIO dell’io e della vita ma obbligata a scegliere per realizzare la sua autonomia e sovranità.
  • E poiché libera, è in sè inizialmente “vuota” di contenuto nella essenza reale del proprio agire, perché, appunto, è lei stessa che lo deve scegliere.
  • La sua necessità di scegliere è il suo libero arbitrio, ossia la facoltà che, essendo viva, la costringe a scegliere come autocostruirsi attraverso l’agire. Questa autocostruzione fonda l’autonomia ontologica e sovranità della persona.
  • Questa caratteristica è importante in quanto impedisce il conflitto ontologico: la persona pone l’attivismo, ossia l’agire-vuoto, mentre il genere umano la divenienza, ossia la logica vitale e vitalmente operante ma non l’azione. Poiché non esiste alcuna azione costruttiva senza logica coerente, persona &Umanità divengono necessari e ontologicamente complementari.

La persona è quindi “metafisicamente indigente” nella sua essenza reale iniziale, ma si autocostruisce forzatamente verso la sua essenza di persona (istinto di sopravvivenza), corrispondendo o meno alla propria essenza archetipa di persona-cellula, parte del genere umano-ente-vivo.

In pratica

  1. ogni persona è in sé autonoma e sovrana, e quindi libera ma per questo indigente nella sua essenza reale di persona; (il comportamento di un bambino)
  2. e poiché indigente, come persona è costretta a decidere circa l’assunzione della logica del proprio agire (autocostruzione personale).
  3. Ma solo l’assunzione coerente ed univoca della RIO del genere umano vivo nel proprio agire consente di continuare a pronunciare nello spazio e nel tempo “io sono vivo, ma non mi sono fatto da me” e di conseguenza “sono persona&genere umano” . (necessità di educazione vitale e vitalmente operante nello spazio e nel tempo del bambino)
  4. rendendo reale il genere umano e insieme realizzando la propria essenza, e, non ultimo, fondando così la scienza metafisica realista integrale.

La pienezza della persona è l’autocostruirsi in modo coerente ed univoco nello spazio e nel tempo come persona-cellula della comunità e della trasmissione della vita che rappresenta la RIO del genere umano.

La vita è autocostruzione coerente ed univoca nello spazio e nel tempo.

Da quanto osservato la definizione di organismo della realtà umana libera si completa in questo modo: “Realtà complessa di genere umano & persona, animata da un proprio principio vitale e perciò capace di vivere ed agire a titolo proprio, autocostruendosi in modo coerente ed univoco nello spazio e nel tempo”.

Conclusione e ripartenza.

La “comunità familiare”, concretizzazione del Genere Umano, opera la trasmissione della vita e per questo è ente-organismo.

Coniugando tra loro le varie razionalità presenti all’interno della mostrazione “io sono vivo ma non mi sono fatto da me, sono persona & genere umano” troviamo

  • la necessità della comunità (genere umano),
  • la dimensione di organismo (io & non mi sono fatto da me)
  • la dimensione di cellula-persona ( persona & genere umano + non mi sono fatto da me)
  • la dimensione di fraternità- uguaglianza, (io & genere umano)
  • la reciprocità (genere umano organico)
  • la necessità dell’esistenza della RIO “trasmettere la vita” nella comunità (non mi sono fatto da me)
  • la necessità di vivificare (Sono vivo & genere umano)
  • la dimensione di persona (io)
    • la dimensione di autonomia di me stesso (io colgo il reale “intellectus”);
    • la dimensione di sovranità su me stesso (io produco l’”adaequatio”);
    • la dimensione di responsabilità che racchiude le prime due al servizio della vita (autonomia & sovrantà&sono vivo ma non mi sono fatto da me);
  • la necessità della libertà essenziale (sono autonomo&sovrano sul mio agire autocostruttivo) e quindi:
    • la necessità dell’indigenza dell’essenza reale (sono autonomo&sovrano)
    • la necessità dell’autocostruzione dell’essenza reale perché indigente & vivo;
    • La necessità della cultura educante (sono persona indigente/libera&trasmissione della vita)
  • la dimensione della “rei” (il reale mi si mostra)

Conclusione.

Si può riassumere quanto osservato in questa Matrice: la mostrazione (essenza) mostra due serie di piani dell’essere (in giallo) che esprimono la realtà complessa della mostrazione. La prima serie in colonna riguarda il genere umano, la seconda serie in riga riguarda la persona; entrambe le serie sono animate da un proprio principio vitale. A loro volta questi piani dell’essere di ciascuna entità che si costruisce a titolo proprio, si coniugano all’interno dell’azione autocostruttiva, la quale, per essere autocostruttiva di entrambi in modo coerente ed univoco nello spazio e nel tempo , richiede una serie di interazioni dell’azione autocostruttiva (in verde).

 

 

Io sono vivo ma non mi sono fatto da me, sono persona (libera) & Genere umano

Realtà organica

Autocostruzione personale
piano esistenziale della mostrazione lato persona.

(Io sono vivo), persona viva-ente ( libera in quanto persona)
piano fenomenico della mostrazione lato persona.

Prassi autocostruttiva persona viva, in sé autonoma, in sé sovrana e libera. =(responsabile)

piano operativo della mostrazione lato persona.

Autocostruzione RIO, Cultura unificante e vitalmente operante.

piano esistenziale della mostrazione lato GU.

Cultura che precede la persona indigente. Educazione al bene comune

Cultura-civiltà organico-dinamica dello sviluppo dell’agire personale

Prassi autocostruttiva della cultura-civiltà come dinamismo autonomia, sovranità e libertà per la vita.

(Ma non mi sono fatto da me), genere umano-RIO dell’agire

piano fenomenico della mostrazione lato GU

Solidarietà ontologica interpersonale, forma della autocostruzione personale

Ente comunità famigliare, dove la RIO del genere umano forma dell’ agire dell’”IO” personale in auto costruzione

Prassi autocostruttiva del genere umano/famiglia come forma della responsabilità (…) individuale

Prassi generazione comunità , trasmissione della vita

piano operativo della mostrazione lato GU.

Sussidiarietà del genere umano, attivatore della prassi autocostruttiva personale

Prassi autocostruttiva della famiglia in senso ontico-costruttivo della famiglia (trasmissione della comunità per la vita) forma della prassi ontica e salvifico personale (io sono vivo, ma non mi sono fatto da me)

Prassi autocostruttiva della persona-cellula del genere umano: Sintesi altruica della prassi auto-costruttiva della persona autonoma,sovrana,libera (responsabile) per la trasmissione della vita e della comunità. Amore. Reciprocità, Fraternità, Libertà, Uguaglianza nella complementarietà …

La mostrazione ha bisogno dell’ente dinamico scoperto da Tommaso Demaria per auto-di-mostrarsi. In pratica la scienza metafisica realistica ha bisogno della mostrazione, e quindi dell’ente dinamico di Tommaso Demaria.

L’organismo dinamico è ancora più necessario nel individuare il nuovo modello di sviluppo che senza la metafisica realistico integrale è scientificamente ”impensabile”.

Mappa mentale del fondamento

2020,fondamentoDinontorganico

 


1«La persona umana, vista nella sua concretezza ontologico-metafisica, è innanzitutto «ente di primo grado», ente (metafisicamente) statico. È quanto dire che innanzitutto è «natura», non solo come fenomenologia biologica (ciò rimane scontato e di per sè può restare metafisicamente irrilevante), ma come essere. L’essere della persona umana, tanto come uomo (genere umano), quanto come persona individua, è un essere che appartiene innanzitutto alla natura, al cosmo. È innanzitutto una realtà «naturale», e dunque un ente di primo grado, un ente statico, il quale impone, per prima cosa, precisamente una metafisica di se stesso come ente statico, ente di primo grado. Non già che l’uomo e la persona umana possano esistere concretamente fuori della storia, e dunque non come realtà storica, non come uomo o persona storicizzata. Ma lo stesso uomo e persona storicizzati rimangono sempre quella tal «realtà naturale», appartenente alla natura rerum, che si storicizza come tale, qualunque siano le complicazioni ontologico-metafisiche della sua storicizzazione. Queste complicazioni inducono a distinguere nella persona umana l’ente di primo grado e l’ente di secondo grado, ma non la distruggono affatto come ente di primo grado, anzi, la ripostulano di continuo, a cominciare dalla stessa esperienza.» Tommaso Demaria,3 LA REALTA’ STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975 ,V La persona umana come persona-cellula, § 6 -«Ente di primo grado» n°/p. 179 .

2Considerato in quanto tale

3 in qualche modo si chiamerà questa mostrazione, e io attendo che il gruppo filosofico veneziano/ romano gli riconosca un nome, io non ho la cultura filosofica sufficiente per individuarlo

4 « La delicatezza della questione sta appunto in questo: nel saper cogliere, attraverso il dato di esperienza, superando la falsa analogia con la realtà naturale, la differenza tra considerazione semplicemente universale della realtà storica, e considerazione totale di essa.» Tommaso Demaria,1 ONTOLOGIA REALISTICO DINAMICA,Costruire Bologna 1975 [parte prima dalla realta’ storica al suo problema metafisico, I La realta’ storica , § 5 – Universalità e totalità della realtà storica n°/p. 82-83 https://www.organismodinamico.it/wp-content/uploads/2019/05/1-OntologiaRealisticoDinamica.pdf].

5«L’oggetto di uno studio scientifico, e della relativa scienza (metafisica o meno), compreso l’oggetto del Realismo Dinamico, si distingue sempre in oggetto materiale e formale. L’oggetto formale poi, a sua volta, si distingue ancora in oggetto formale quod, e oggetto formale quo. Ma l’oggetto formale quo, s’identifica col metodo scientifico da seguirsi in quel dato studio, di modo che si può chiamare semplicemente metodo, riservando l’espressione oggetto formale, all’oggetto formale quod, distinto dall’oggetto materiale.» Tommaso Demaria,Realismo Dinamico,Istituto Internazionale Superiore di Pedagogia e Scienze Religiose 1963 La Realtà Storica come ente , II LA REALTÀ STORICA COME OGGETTO DEL REALISMO DINAMICO, § 1 OGGETTO MATERIALE E FORMALE n°/p. 9 https://www.organismodinamico.it/wp-content/uploads/2018/06/2018realismoDinamico2.pdf].

6Confronta con « 404 In che modo il peccato di Adamo è diventato il peccato di tutti i suoi discendenti? Tutto il genere umano è in Adamo “sicut unum corpus unius hominis – come un unico corpo di un unico uomo” [San Tommaso d’Aquino, Quaestiones disputatae de malo, 4, 1]. Per questa “unità del genere umano” tutti gli uomini sono coinvolti nel peccato di Adamo, così come tutti sono coinvolti nella giustizia di Cristo. » Chiesa Cattolica,Catechismo della Chiesa Cattolica,Libreria Editrice Vaticana 2003 [PARTE PRIMA – LA PROFESSIONE DELLA FEDE,[SEZIONE SECONDA – LA PROFESSIONE DELLA FEDE CRISTIANA Articolo 1 “IO CREDO IN DIO PADRE ONNIPOTENTE CREATORE DEL CIELO E DELLA TERRA” Articolo 1 CAPITOLO PRIMO – IO CREDO IN DIO PADRE Paragrafo 7 LA CADUTA , § III. Il peccato originale n° 404.

7Poiché esiste l’ente “genere umano” esiste una sua Razionalità Interna Oggettiva (RIO). La RIO del genere umano è una RIO “collettiva”, la persona fin dall’ fa parte di una comunità umana.

8Mt 19:5 καὶ {19:4/18} εἶπεν {19:4/20}, ἕνεκα τούτου {perciò} καταλείψει {lascerà} ἄνθρωπος {l’ uomo} τὸν {il} πατέρα {padre} καὶ {e} τὴν {la} μητέρα {madre} καὶ {e} κολληθήσεται {si unirà} τῇ {con} γυναικὶ {moglie} αὐτοῦ {sua}, καὶ {e} ἔσονται {saranno} οἱ {i} δύο {due} εἰς {-} σάρκα {carne} μίαν {una sola}. Carne: creatura vivente

La mobilitazione delle parti nell’EDUC

 

introduzione

L’attivazione dell’EDUC osservata a partire dall’Assoluto del superorganismo dinamico della realtà storica profana profana non pone alcun problema.

  1. Né per la ciclicità del suo dinamismo autocostruttivo1.
  2. Né pone un problema logico, perché il termine di unico Assoluto si sposa perfettamente con autoattivazione totale di ogni sua parte.
  3. Né, alla fine, pone problemi nel momento della sua traduzione grafica nello strumento Matrice .

La cosa cambia volto quando consideriamo una forma parziale dell’essenza quale per es. la forma della produttività economica2.

La forma parziale “produttività economica” è definita nella sua divenienza dal trascendentale dinamico dinontorganico “educatività”, formalità dell’assoluto e quindi universale, e nel suo attivismo da un caratteristica propria all’essenza della rivoluzione industriale: la produttività di sistema.

In questo caso la produzione economica è dinontorganica quando per propria intima natura è in grado di attivare ed attiva l’intera realtà storica. Mentre il trascendentale “Educatività” ha valore universale, questa universalità sembra costituire un problema per la “produttività ” perché nell’unico ed indivisibile EDUC considerato come ente/essenza di secondo grado (raffigurato dalla matrice dinontorganica operativa) operano necessariamente quattro educatività sinergiche.

Il Modello di sviluppo, o ideoprassi termine con cui si indicava un tempo, non si può incontrare per strada, tuttavia è visibile nella prassi3 che prende nomi diversi nell’ente di secondo grado: altro infatti è la prassi produttiva, altro la prassi costruttiva sociale. Ci deve essere un collegamento ontologico essenziale tra esse anche nell’essenza della parte.

Nelle righe che seguono cercheremo di visualizzare come le singole educatività mobilitano il tutto.

I trascendentali cause del PIL (y)

Cominciamo con il chiamare la Produttività di sistema con il suo nome volgare di PIL e ricordare che i trascendentali e la prassi essenziale sono parte integrante della causa formale.

Anche i trascendentali dinamici analitici hanno cause dinamiche? Con una risposta un po’ tecnica possiamo affermarlo in quanto sono parte integrante dell’essenza4 dinamica come espressione della sua forma5.

Questa cause, ovviamente, si trovano all’interno del superorganismo dinamico.

Autoattivazione totale

L’organismo dinamico risulta invisibile senza una metafisica adatta, senza quella sensibilità che prima di passare al particolare si ferma ad osservare come funziona l’intero organismo.

La cosa è impossibile dal lato fenomenico, viene resa possibile ma difficile limitando l’osservazione al lato essenziale. Abbiamo in questo caso uno strumento grafico che ci aiuta molto, la Matrice dinontorganica (IDEOPRASSICA) operativa con la quale possiamo osservare il collegamento tra i vari aspetti essenziali consentendoci di vedere l’invisibile.

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Illustrazione 1: Le frecce aiutano a capire la relazione tra due formalità

 

Ripartiamo perciò dall’esempio pratico della produttività totale dell’economia industriale (volgarmente detta PIL), che è il trascendentale dinamico analitico dell’educatività di quattro dinamismi: economia industriale, scienza e tecnica, qualità organica del sistema e utile socio economico.

Ripartiamo dall’esempio della produttività dinontorganica perché essa ci mostri in che modo muove l’intero superorganismo dinamico.

L’attivazione dinontorganica del PIL

Osservando la matrice constatiamo la presenza di frecce che indicano la direzione della costruzione trascendentale della forma « La prassi realizza la forma, che potenzia la prassi; e la prassi così potenziata realizza un più alto livello di forma.»

Le osserviamo dal punto di vista del loro contenuto particolare

Le frecce della produttività di sistema

La prima osservazione è che due frecce (la rossa e la blu) indicano come la produttività sia mobilitata dalla finanza come dall’utile di sistema raggiunto. Che questo dinamismo sia un fattore reale nel dinontorganismo non ci piove. Una conferma la possiamo avere considerando che anche oggi, mutati mutandis, è proprio l’utile (ma di tipo personale) che muove la finanza. Per le sue conseguenze questa è una differenza colossale tra l’attuale sistema ideoprassico liberal-capitalista-consumista e quello dinontorganico.

La seconda osservazione riguarda la norma costruttiva infusa nel sistema da questa produttività: da una parte coincide con la prassi costruttiva microeconomica di risposta al bisogno sociale , dall’altra coincide con sobrietà della costruzione economico aziendale. La conferma avviene dall’osservazione. Possiamo anche oggi riconoscere questa modalità di sviluppo in quei sistemi organizzativi già praticati oggi con la definizione generica di “sistemi di qualità”.

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Illustrazione 2: I “quattro” percorsi (rosso,blu, marrone e verde) che collegando ONTOLOGICAMENTE le varie educatività ne unificano l’azione.

 

I quattro cicli delle cause trascendentali analitici

Come sappiamo l’ente di secondo grado dinamico non può fare a meno di contenere dentro di sé almeno altre due essenze. Nel caso del Modello di sviluppo ( o ideoprassi) si tratta della sua incarnazione in comunità familiare ed economia industriale: senza questa storicizzazione il Modello di sviluppo non potrebbe esistere. Nel nostro caso il trascendentale dinamico analitico “educatività”, si completa acquisendo la dimensione economica e diviene educatività dell’economia industriale6 vera.

Seguendo con il dito le frecce nello strumento Matrice della figura soprastante possiamo rendere evidente il collegamento essenziale tra le varie educatività (quadrati) attraverso la trafila educatività, moralità, socialità, missionarietà evidenziata dai diversi colori dei cerchi .

Ricordiamo che la matrice rappresenta un unico ciclo che, come un planisfero, viene rappresentato su un piano: gli ovali tratteggiati non costituiscono elemento a sé, sono solo il riporto degli elementi contro laterali.

Causa formale del “Nuovo PIL (y)”, cerchio rosso, attua:

Anche la “produttività” considerata come parte essenziale della rivoluzione industriale deve avere delle cause. Esse si trovano necessariamente dentro il superorganismo dinamico.

Leggiamo il “percorso rosso” ponendo l’attenzione sul contenuto.

La qualità della trasmissione della vita organico-dinamica (educatività) si costruisce come comunità ideoprassica organico dinamica. →Questa costruzione implica la sintesi socio economica per la vita che per realizzarsi deve mobilitare il dinamismo costruttivo della finanza … il quale esiste solo in funzione della produttività di sistema. Siamo riusciti a visualizzare il primo collegamento intrinseco e ineliminabile tra le due educatività.

La conferma di questo collegamento lo abbiamo dalla formula che oggi chiamiamo IS-LM (PIL) che per poter funzionare non può fare a meno di sovrapporsi al “percorso rosso”.

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Illustrazione 3: L’educatività ( la qualità della trasmissione della vita organico-dinamica) si costruisce come ideoprassi organico dinamica. La sintesi socio economica per la vita mobilita il dinamismo costruttivo della finanza in funzione della produttività di sistema.


La causa formale che attua la produzione è la quantità di denaro oltre la povertà (>C)  che può essere spesa (propensione al consumo 1-b*[1-t])  investendo nel dinamismo sociale o privato [G+I] globalizzato in funzione della conservazione della capacità di produrre risorse (- i(δ+η)) attraverso operazioni finanziarie→ … La causa formale mobilita la qualità della vita dinontorganica e insieme la produzione (y) che la sostiene.

Causa materiale7 del “Nuovo PIL (y), cerchio blu, viene attuata

Il secondo percorso è evidenziato dalle frecce blu.

Il dinontorganismo come Assoluto in sé è invisibile, ma scrive Tommaso Demaria, risulta visibile8 una volta conosciuto l’Assoluto

«potremo pure trovarlo nascosto ma egualmente presente e operante anche nella fenomenologia e nell’agire politico-sociale contingente, intento a intessere quella invisibile trama che a un dato momento può scattare in un irresistibile e inarrestabile congegno»

Anche nel caso del circuito Blu manteniamo l’attenzione sui contenuti dei trascendentali. Lo possiamo individuare nel dinamismo politico che si incarna in modo universale nel mondo economico, per generare una prassi di trasmissione della vita della comunità familiare, e generare così un utile di sistema  in grado di stimolare la produttività di sistema.

Un esempio pratico è la COP 24 di Parigi, la conferenza mondiale in cui si è concordato di ridurre l’emissione di CO. Come possiamo osservare si tratta di un atto politico universale, che vuole modificare i dinamismi della globalizzazione socio-industriale per renderla adatta alla prassi di trasmissione della vita.  La prassi della trasmissione della vita ed essa sola può generare il dinamismo dell’utile di sistema  in grado, a sua volta, di dinamizzare la produttività industriale. Addirittura al 3% del PIL. … La presenza di un utile di sistema e della relativa produzione mantiene vivo il sistema politico-culturale che lo ha generato. La stessa questione dei gilet-gialli di Francia, quando ben studiata, mostra questo meccanismo.

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Causa efficiente del “Nuovo PIL (y), marron, produce:

La produttività di sistema oltre ad essere stimolata ha la funzione di attivare.

La forma dinamica non può generare la materia dinamica senza che questa costruisca sé stessa in funzione di un fine.

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Il dinamismo della produttività industriale (nel quadrato rosso Y) è causa efficiente della prassi di produzione aziendale →che risponde al bisogno di trasmissione della vita, →migliorando il rapporto qualità-prezzo socio-economico, →che attraverso il mercato sostiene la prassi costruttiva sociale ed attiva il PROFITTO microeconomico organico-dinamico (nel quadrato marron). Profitto aziendale che è appunto l’attivatore del piano fenomenico di (y).

Causa finale del “Nuovo PIL (y)”, cerchio verde, motivo verso cui:

La produttività industriale è anche il necessario attivatore della costruzione sociale che rappresenta il dinamismo finale, senza il quale la produttività cessa di esistere.
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In un certo senso questa attivazione rappresenta la causa finale della produttività. Attraverso l’attivazione del dinamismo produttivo verso sobrietà costruttiva → in grado di attivare la prassi costruttiva dell’impresa verso l’appartenenza delle parti alla comunità → e quindi la realizzazione dell’unica comunità socio-aziendale → in funzione della trasmissione della vita e della famiglia.

Riassumendo. La Produttività organico dinamica→ attuata dal PIL→ viene attuata dalla prassi di trasmissione della vita, →che attiva la prassi produttiva dell’impresa → orientandone la produttività economica verso il dinamismo comunitario socio economico. … proprio il dinamismo socio economico è il motivo di esistere dell’economia organico-dinamica.

Conclusione, struttura del particolare nell’essenza organico dinamica

Nella Realtà Storica dinamica l’assoluto produce la struttura trascendentale universale unificante, vitale e vitalmente operante. Attraverso questa struttura trascendentale le essenze particolari dell’ente di secondo grado si collegano ontologicamente tra loro generando reciprocamente la loro attivazione. Questo collegamento ontologico è possibile/necessario perché ogni singola essenza, per esempio l’economia industriale, fin dall’inizio non è pensabile a prescindere dalla presenza dell’uomo e quindi della famiglia che ne trasmetta l’esistenza.


1« La prassi realizza la forma, che potenzia la prassi; e la prassi così potenziata realizza un più alto livello di forma.» Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957 [parte ottava la prassi e le sue leggi, XXXIII Le leggi della prassi , § 7- Legge dell‘oggettivazione dinamica. n°/p. 396 .

2«Com’è stato accennato a suo tempo, la prassi vista a livello essenziale, e la forma trascendentale, appartengono ambedue alla causa formale della realtà umana esistenziale (e quindi anche della realtà sociale). E ne rappresentano come due fasi diverse: la fase attivo-passiva della prassi-forma; e la fase passivo-attiva della forma-prassi. » Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957 [parte ottava la prassi e le sue leggi, XXXIII Le leggi della prassi , § 7- Legge dell‘oggettivazione dinamica. n°/p. 396 .

3« L’Assoluto ideologico non è un’entità astratta che si collochi fuori della realtà e del mondo. Abbiamo già detto che è l’anima stessa dell’ideologia, la quale a sua volta è l’anima della prassi. L’Assoluto ideologico quindi risulta l’anima dell’anima della prassi, appunto perché è l’anima della stessa ideologia. Ed è tale, innanzitutto a livello di essenza. Non cercheremo dunque l’Assoluto ideologico nel feno­meno o nel contingente agire politico-sociale. Ma dobbiamo ricercarlo nell’essenza dell’ideologia, come anima, centro, motore della stessa anima di essa. Così facendo, potremo pure trovarlo nascosto ma egualmente presente e operante anche nella fenomenologia e nell’agire politico-sociale contingente, intento a intessere quella invisibile trama che a un dato momento può scattare in un irresistibile e inarrestabile congegno. »
Tommaso Demaria,4 L’IDEOLOGIA CRISTIANA,Costruire ,Bologna 1975, parte terza l’ideologia cristiana come ideologia dinontorganica, XVI Ideologia e assoluto ideologico , § 3- Assoluto ideologico e chiave ideologica. n°/p. 286-287 .

4«In effetti, tutta la realtà umana esistenziale è per sua intima natura ed esigenza, religiosa, educativa, morale, sociale, missionaria. Diciamo: «per sua intima natura», e cioè nella sua essenza di EDUC. Sotto questo profilo, le suddette formalità appaiono universali, necessarie, supreme, irriducibili. Appaiono tali tutte e cinque, ed esse sole. Risultano, in una parola, trascendentali dinamici, i quali hanno sempre valore metafisico essenziale, e non empirico, fenomenico. Si riferiscono cioè alla realtà umana esistenziale o realtà storica, vista nella sua essenza di EDUC, e vi appartengono.»
Tommaso Demaria, 5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957 [parte seconda interpretazione della realtà sociale, V Trascendentali dinamici e realtà sociale, § 8- Applicazione. n°/p. 62 .

5«Com’è stato accennato a suo tempo, la prassi vista a livello essenziale, e la forma trascendentale, appartengono ambedue alla causa formale della realtà umana esistenziale (e quindi anche della realtà sociale). E ne rappresentano come due fasi diverse: la fase attivo-passiva della prassi-forma; e la fase passivo-attiva della forma-prassi. La prassi realizza la forma, che potenzia la prassi; e la prassi così potenziata realizza un più alto livello di forma.» Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957 [parte ottava la prassi e le sue leggi, XXXIII Le leggi della prassi , § 7- Legge dell‘oggettivazione dinamica. n°/p. 396 .

6Non è solo educatività dell’economia industriale ma anche del dinamismo scientifico -tecnico, prassi costruttiva dell’utile socio economico, della prassi costruttiva della qualità di sistema

7«Che poi la causa materiale interessi la forma è superfluo il dichiararlo, essendo essa in funzione della causa materiale. Ma lo è tramite le altre cause, sotto il cui dominio si trova in regime di solidarietà e collaborazione. La causa materiale dinamica infatti è già essa stessa ente di secondo grado, e dunque non materia puramente passiva, ma solidale e collaborante con le altre cause dinamiche, in funzione recettiva o anche veicolare di forma, poiché la recettività e la veicolarità della forma sono appunto le due caratteristiche della causa materiale dinamica.» Tommaso Demaria,2 METAFISICA DELLA REALTA’ STORICA,Costruire Bologna 1975 [,[ [ III Forma metafisica e formalità trascendentali [ , § 2 – Forma e materia n°/p. 70 ].

8« L’Assoluto ideologico non è un’entità astratta che si collochi fuori della realtà e del mondo. Abbiamo già detto che è l’anima stessa dell’ideologia, la quale a sua volta è l’anima della prassi. L’Assoluto ideologico quindi risulta l’anima dell’anima della prassi, appunto perché è l’anima della stessa ideologia. Ed è tale, innanzitutto a livello di essenza. Non cercheremo dunque l’Assoluto ideologico nel feno­meno o nel contingente agire politico-sociale. Ma dobbiamo ricercarlo nell’essenza dell’ideologia, come anima, centro, motore della stessa anima di essa. Così facendo, potremo pure trovarlo nascosto ma egualmente presente e operante anche nella fenomenologia e nell’agire politico-sociale contingente, intento a intessere quella invisibile trama che a un dato momento può scattare in un irresistibile e inarrestabile congegno. »
Tommaso Demaria,4 L’IDEOLOGIA CRISTIANA,Costruire ,Bologna 1975, parte terza l’ideologia cristiana come ideologia dinontorganica, XVI Ideologia e assoluto ideologico , § 3- Assoluto ideologico e chiave ideologica. n°/p. 286-287 .

D’Aquino vs Demaria

Da parte dei filosofi tomisti c’è uno scontro automatico, quasi un  “ribrezzo” del realismo dinamico, “ribrezzo” che ha la sua origine profonda nelle  cause dell’essere.

Le cause dell’essere

Il superamento della metafisica aristotelica prodotta da S. Tommaso nasce da un punto piccolissimo e nuovo che entra a costituire la sua ontologia: “L’esistenza non me la sono data da me!

Scrive infatti Tommaso D’Aquino.

Le proprietà di un ente o derivano dai princìpi propri della sua natura, come per l’uomo la capacità di ridere, o dipendono da un qualcosa di esterno, come la luce nell’aria dipende dall’influsso del sole. Non è però possibile che l’esistenza stessa dipenda dalla forma o dall’essenza di un ente come da causa efficiente, perché così un ente risulterebbe essere causa di sé stesso e produrrebbe la propria esistenza, il che è impossibile. E’ pertanto necessario che tutte queste realtà in cui l’esistenza è distinta dalla propria natura ricevano tale esistenza da un principio esterno (ab alio).”1

Ad un lettore molto disattento Tommaso Demaria sembra affermare esattamente il contrario e proprio per questo uscire dal Tomismo .

Scrive infatti Tommaso Demaria circa la causa efficiente:

«Ma per l’ente dinamico è il rovescio. La causa efficiente dell’ente dinamico come tale, è perciò causa dinamica anch’essa, è intrinseca all’ente dinamico stesso.2»

SEMBRA che tra Tommaso Demaria e Tommaso D’Aquino vi sia uno scontro più che un incontro, ma non è così. Per comprendere la differenza che consente l’unità metafisica occorre aver presente la struttura essenziale realista.

Essenza archetipa, reale.

EssenzaArchetipa&RealeLa distinzione tra i diversi principi costitutivi dell’essenza è semplice e intuitivo: basta osservare un casa costruita dove essi coincidono, e una casa in costruzione dove essi sono ancora distinti. EsssenzaReale+EssenzaArchetipaOsservando la casa durante la costruzione vedo bene che si sta costruendo una casa ma l’essenza reale ( la sua storicizzazione) non è ancora presente in modo completo. Partendo da questo esempio possiamo generalizzare dicendo che l’ente da costruirsi ha un’essenza archetipa, mentre la sua presenza nel reale è appunto l’essenza reale. La presenza nel reale di archetipa&reale determina l’essere.

Differenti riferimenti, unità reale

I due autori si riferiscono a due princìpi costitutivi diversi diversi dell’essenza.

Tommaso D’Aquino si riferisce all’essenza archetipa che si può definire così

«L’essenza archetipa così intesa potrebbe pertanto venire definita così: id quo in mente Dei Creatoris …»3

e in questo caso nei confronti della causa efficiente dell’essenza archetipa essa può essere solo esterna.

Tommaso Demaria invece si riferisce all’essenza reale :

«Ed è a tale ente che diamo precisamente il nome di ente dinamico, definendolo tecnicamente così: l’ente dinamico è l’ente la cui essenza (reale) ancora non è ma attivisticamente si fa ( ens cuius essentia activistice fit).»4

Non c’è quindi contraddizione ontologica tra Tommaso Demaria e Tommaso D’Aquino: anche nell’ente dinamico la causa efficiente dell’essenza archetipa  è esterna.

Nessuna differenza.

L’essenza archetipa del dinamismo essenziale è l’organismo

E qual è quell’ente la cui essenza archetipa  è generata da una  causa incausata ma la cui essenza reale si storicizza per propria virtù?

Ontologicamente può essere solo l’organismo in quanto tale, perché storicizzarsi per propria virtù corrisponde ad  essere vivi e autocostruirsi, o nell’esistenza o  nell’essenza reale. Vivi come la Vita che ci ha creato. Ma questa è un’altra storia in cui la vita entra a titolo proprio nell’universo5 ontologico, una storia bella ma troppo lunga da raccontare.

«…. Muovendo dalle cose create, l’uomo giunge alla conoscenza dell’esistenza di Dio, ma gli rimane il desiderio di conoscerne la natura. Per vedere Dio è necessario che la sua stessa essenza diventi forma dell’intelletto. Solo il lume della gloria dà l’accesso alla «società dei beati contemplatori di Dio» 1. Apocalisse, 21.23. 2. Prima lettera di Giovanni, 3.2. lume o luce. E questa è la luce, della quale si dice: «la gloria di Dio l’ha illuminata»1 , cioè la società dei beati contemplatori di Dio. In forza di questa luce i beati diventano deiformi, cioè simili a Dio, secondo il detto della sacra Scrittura: «quando [Dio] si manifesterà, saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è» .»6

La sua stessa essenza ( la Vita) deve diventare forma dell’intelletto ( la vita).

19.4 la distinzione fra essenza ed esistenza

1. Comprendere un’essenza significa cogliere gli elementi che la caratterizzano. Dunque, tutto ciò che non è necessario per comprendere l’essenza è un qualcosa che le si aggiunge dall’esterno e che entra in composizione con essa.

E’ possibile invero pensare una essenza e contemporaneamente non sapere nulla circa la sua effettiva esistenza: posso infatti capire cosa sia un uomo o una fenice e tuttavia ignorare se nella realtà esistano davvero. E’ pertanto evidente che l’esistenza è qualcosa di diverso dall’essenza, tranne che nel caso di un ente la cui essenza coincida con l’esistenza, ma di un tal genere può essercene uno soltanto, cioè il primo ente in assoluto….

Le proprietà di un ente o derivano dai princìpi propri della sua natura, come per l’uomo la capacità di ridere, o dipendono da un qualcosa di esterno, come la luce nell’aria dipende dall’influsso del sole. Non è però possibile che l’esistenza stessa dipenda dalla forma o dall’essenza di un ente come da causa efficiente, perché così un ente risulterebbe essere causa di sé stesso e produrrebbe la propria esistenza, il che è impossibile. E’ pertanto necessario che tutte queste realtà in cui l’esistenza è distinta dalla propria natura ricevano tale esistenza da un principio esterno (ab alio).

Poiché ciò che esiste in virtù d’altri implica un riferimento a ciò che esiste di per sé stesso come alla causa prima, è necessario che esista qualcosa che, in quanto esiste di per sé, sia causa dell’esistenza di tutto, viceversa nel risalire di causa in causa si finirebbe col procedere all’infinito….

da S. Tommaso d’Aquino, De ente et essentia, Ed. Marietti

» S. Tommaso d’Aquino,Introduzione alla filosofia-testi-,I.S.S.R. SAN PIETRO MARTIRE VERONA Verona 2015, 9, 9 Filosofia e Teologia. La Scolastica , § 9.4 la distinzione fra essenza ed esistenza n°/p. ].

2Tommaso Demaria, Realismo Dinamico, Parte seconda: La realtà Storica come ente dinamico, Capitolo 6 Causa efficiente e finale, pag. 49

3 Tommaso Demaria,1 ONTOLOGIA REALISTICO DINAMICA,Costruire Bologna 1975 [parte seconda ‘dell’ente dinamico,[ [ I Ente dinamico ed ontologia [ , § 3 – Essenza archetipa, reale e concettuale n°/p. 163 ].

4«Si tratta di un dato di esperienza di importanza eccezionale. Il coglierlo, senza vanificarlo o equivocarle, ci porta alla scoperta della categoria ontologica che cercavamo: la categoria dell’ente dinamico. Con la casa in costruzione ut sic, ci troviamo di fronte all’ente che ancora non è già bell’e fatto, ma si fa attivisticamente nel tempo e nello spazio fin nell’intimo del suo essere e cioè nella sua stessa essenza reale. Ed è a tale ente che diamo precisamente il nome di ente dinamico, definendolo tecnicamente così: l’ente dinamico è l’ente la cui essenza (reale) ancora non è ma attivisticamente si fa ( ens cuius essentia activistice fit).» Tommaso Demaria,De Ecclesia,Pontificium Athenaeum Salesianum Torino 1961 [PER UNA ECCLESIOLOGIA ORGANICA,[ [ IV ORGANISMO STORICO E REALISMO DINAMICO [ , § 3. Ente dinamico e realtà storica. n°/p. 354 https://www.organismodinamico.it/wp-

5«Così la vita fa il suo ingresso ufficiale nella metafisica dell’essere creato appartenente al nostro universo. E lo fa, a titolo dell’essere che le è proprio e a cui appartiene essa stessa: e cioè a titolo dell’organismo, e non più come una appendice cosmica della sostanza. Sarà un ingresso inoltre che pone lo stesso organismo al suo giusto posto nel sistema metafisico dell’essere, che è appunto quello che precede la divisione dell’ente creato in statico e dinamico.» Tommaso Demaria,3 LA REALTA’ STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975 [,[ [ I Teoria dell’organismo [ , § 6 – Sbocco metafisico dell‘organismo n°/p. 38 – 39 ].

6 S. Tommaso d’Aquino, Lezioni di storia della filosofia- Summa Tologiae, Zanichelli Bologna 2010[La Filosofia Scolastica,41 Se l’intelletto creato per vedere l’essenza di Dio necessiti di un qualche lume creato, § p. ].

Oggettiva scientificità dell’impianto trascendentale

Non si può entrare nel dinontorganismo  quando non si  riesce a dare un volto ai trascendentali dinamici. I trascendentali dinamici sono le proprietà autocostruttive essenziali ed universali senza il quale quel dato tipo di ente dinamico non riesce a sussistere o ad essere pensato.

Approfondimento 1

Per comprendere il valore di un trascendentale, per esempio la moralità, ci spostiamo ai tempi di Adamo ed Eva, i nostri progenitori. Adamo ed Eva hanno costituito la prima società.

Il trascendentale “moralità”  della società al tempo della famiglia di Adamo ed Eva era

  1. avere almeno due figli per coppia
  2. avere un figlio maschio e uno femmina
  3. non avere figli gay
  4. avere figli fertili

La moralità della società di “ Adamo ed Eva” è la condizione autocostruttiva universale necessaria e sufficiente perché sussista la società nello spazio e nel tempo.  Sul fatto che queste condizioni fossero necessarie allora non ci piove, lo capisce anche un bambino e la nostra esistenza ne è la prova.

Salta subito all’occhio con estrema evidenza la differenza tra morale (e moralità intesa come caratteristica del comportamento) ed invece moralità intesa in modo metafisico-trascendentale .

  • La morale ai tempi di Adamo ed Eva era quello che aveva raccomandato il Signore ( andate e moltiplicatevi),  morale che Adamo ed Eva potevano seguire o no perché passava dal loro libero arbitrio ed erano peccatori.
  • La moralità è invece una caratteristica intrinseca ed oggettiva alla società ( e quindi dei suoi componenti che la vogliono realizzare) senza la quale la società non può sussistere.

Quindi morale e moralità sono due cose nettamente distinte! Il trascendentale dinamico della moralità 

  • è costruttivo a livello essenziale di un soggetto ad esempio … la società.
  • è oggettivo per tutti i componenti della … società. Non dipende né da Adamo, né da Eva, e nemmeno da una decisione condivisa tra Adamo ed Eva, per cui da loro la moralità-trascendentale  non può essere cambiata, nemmeno un pochino.
  • è conoscibile in modo oggettivo da entrambi i soggetti.
  • Quando Adamo ed Eva vogliono costruire … la società … la moralità si impone “dal di dentro” ai comportamenti sempre ed in continuazione sino a che si è realizzata
  • è “meccanica” in quanto dipende dai trascendentali logici essenziali . La buona volontà di Adamo od Eva o di tutti e due  conta nulla. Conta il risultato legato all’incarnazione della “moralità in toto”. Oggi siamo vivi perché Adamo ed Eva  non solo hanno assunto ma anche hanno realizzato nei propri comportamenti  la MORALiTÀ della società in ogni sua singola  parte.Questa sua necessità di incarnazione totale unita alla  ferrea e conoscibile logicità  degli stessi ( A=A, A≠B, tertium non datur), fa dei trascendentali dinamici  lo strumento necessario a fondare una scienza.
Approfondimento 2

Il trascendentale della moralità  nella formula IS_LM.

In un precedente studio abbiamo ricondotto la formula IS_LM ad un rapporto tra  i trascendentali della MORALITÀ ( e non MORALE!!!!!) ed Educatività.

PIL

e adesso ci domandiamo quale è la moralità della società proposta da IS_LM perché il modello economico  IS_LM, alla fine, diviene il modello per raggiungere il benessere dell’intera Realtà Storica.

In questa formula (tratta da Economia, uniBo, ed. Giappichelli, 2009 autori Gilberto Antonelli – Giulio Cainelli – Nicola De Liso – Riccardo Leoncini – Sandro Montresor) la società può sopravvivere quando la decisione dell’agire del soggetto raffigurato dal simbolo “b” è di aumentare o mantenere elevata la propria spesa.( “b” per definizione è un’azione di spesa, la quantità di spesa legata all’aumento di disponibilità di un euro)

Perché la formula funzioni il soggetto “b” deve decidere di spendere (=educatività), la norma costruttiva di questa spesa ( =  trascendentale della moralità , non morale comunemente intesa) è l’aumento del PIL mondiale.

Per questo motivo, PER SOPRAVVIVERE, tutte le nazioni, tutti i giorni, ogni giorno, sono impegnate a favorire l’aumento della spesa che provocherà l’aumento del  dinamismo IS_LM fin nei loro minimi capillari . E proprio per costruire in questo senso, nel contempo questa azione consiste nel  distruggere chi parla o agisce in senso contrario.

Approfondimento 3

Poiché  da un precedente studio conosciamo anche l’equivalenza trascendentaliprincìpi della dottrina sociale cristiana come illustrato dallo schema sottostante possiamo passare ad una valutazione dell’impatto del modello IS_LM nei confronti della Dottrina Sociale Cristiana.

PIL,trascendentaliDSC

In IS_LM, la costruzione della dignità della persona umana ha per sua norma costruttiva ontologica (= MORALITÀ) che si identifica nella costruzione del bene comune la generazione di un consumo (C) e/o di un investimento (I+G+X). Lo riscrivo per essere capito meglio.

In IS_LM la sopravvivenza della società umana è legata alla sua norma costruttiva ontologicapitalismo,meccanizzazioneautodistruttivaCca la MORALITÀ che rappresenta il suo bene comune: la generazione di un consumo (C) e/o di un investimento (I+G+X).1

Ma poiché il risultato  “buono” è quello di segno positivo, la formula IS_LM non si fissa sui consumi statici “C” ma deve privilegiare come prioritari i consumi di investimento(I+G+X) in grado di aumentare i consumi futuri. Ne segue che per quel che riguarda lo sviluppo ontologico della dignità dell’agire sociale(= educatività), la formula IS_LM afferma che “La costruzione della dignità (economica) di una persona è tanto maggiore quanto aumenta la sua la capacità di generare un consumo o un investimento”.2

Poiché IS_LM è diventata riferimento dell’agire mondiale1 la sua MORALITÀ ( ripeto:la necessità di sopravvivenza di questa società e suo bene comune), la moralità che ci deve essere inculcata ogni giorno, tutti i giorni fino alla fine dei tempi, da ogni stato e governante è che le persone importanti per far migliorare i risultati IS_LM sono

  1. le  persone “b”che hanno denaro e lo spendono! Le altre non producono benefici al paese (a sentire la formula ovviamente).
  2. le persone “b” che non spendono esclusivamente nei consumi delle famiglie “C”. In uno stato come l’Italia i consumi necessari  di “C” non producono crescita, producono crescita i consumi voluttuari che si aggiungono ai necessari.  Per la formula le persone decisive sono i ricchi, quelli che magari, hanno portato le risorse all’estero.
    - sono le persone ricche che hanno denaro  da investire in “I” ( le altre non possono far aumentare il PIL). 
    - sono le persone che comperano BOT ..

Questo vale per ogni altro  soggetto, anche per gli stati perché “b”  rappresenta un soggetto che può spendere, non necessariamente una persona. Uno stato finché non ha denaro da spendere conta nulla, lo confermano  il caso della crescita di importanza della Cina, ma anche per converso la situazione dell’Italia indebitata, o anche  il concetto di G8 che prende le decisioni per il mondo perché i paesi sono industrializzati  … .  In questo mondo “economico” se vuoi sopravvivere devi “muovere il PIL”, con buona pace della Dottrina Sociale Cristiana.

Conclusioni

Se si vuol rendere efficace la DSC, occorre che l’IS_LM torni ad essere solo il riferimento dello sviluppo economico. Perché si compia questo passaggio occorre sviluppare un altro indice di sopravvivenza oggettivo, che è necessario individuare e fondare attraverso i trascendentali dinamici (necessità ontologico-oggettive della Realtà Storica, ontologico oggettive come  come la Moralità “al tempo di Adamo ed Eva”). Il mondo profano  riesce a ricevere la dignità della persona, il bene comune, la solidarietà e la sussidiarietà SOLO attraverso la mediazione dei trascendentali dinamici (necessità ontologiche costruttive di cui la MORALITÀ fa parte) che li pongono come fattore di sopravvivenza .

Si spiega così la fondatezza scientifica delle parole di papa Francesco, Benedetto XVI e Giovanni Paolo II solo per citare gli ultimi tre.

«194. Affinché sorgano nuovi modelli di progresso abbiamo bisogno di «cambiare il modello di sviluppo globale», [136] la qual cosa FrancescoInsegnaimplica riflettere responsabilmente «sul senso dell’economia e sulla sua finalità, per correggere le sue disfunzioni e distorsioni».[137] Non basta conciliare, in una via di mezzo, la cura per la natura con la rendita finanziaria, o la conservazione dell’ambiente con il progresso. Su questo tema le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro. Semplicemente si tratta di ridefinire il progresso. Uno sviluppo tecnologico ed economico che non lascia un mondo migliore e una qualità di vita integralmente superiore, non può considerarsi progresso. … .» Francesco, Laudato Sii, Libreria Editrice Vaticana Roma 2015 [5-ALCUNE LINEE DI ORIENTAMENTO E DI AZIONE,  IV POLITICA ED ECONOMIA IN DIALOGO PER LA PIENEZZA UMANA , § n°/p. 58-59 http://w2.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papa-francesco_20150524_enciclica-laudato-si.pdf].

« 2124 Il termine ateismo indica fenomeni molto diversi. Una forma frequente di esso è il materialismo pratico, che racchiude i suoi bisogni e le sue ambizioni entro i confini dello spazio e del tempo. Giovanni_paolo_IIL’umanesimo ateo ritiene falsamente che l’uomo “sia fine a se stesso, unico artefice e demiurgo della propria storia” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 19]. Un’altra forma dell’ateismo contemporaneo si aspetta la liberazione dell’uomo da una liberazione economica e sociale, alla quale “si pretende che la religione, per sua natura, sia di ostacolo.. in quanto, elevando la speranza dell’uomo verso una vita futura.., la distoglierebbe dall’edificazione della città terrena” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 19].»   Chiesa Cattolica,Catechismo della Chiesa Cattolica,Libreria Editrice Vaticana  2003 [PARTE TERZA – LA VITA IN CRISTO,[SEZIONE SECONDA –  I DIECI COMANDAMENTI    [ Articolo 1  IL PRIMO COMANDAMENTO    CAPITOLO PRIMO – “AMERAI IL SIGNORE DIO TUO CON TUTTO IL CUORE, CON TUTTA L’ANIMA, CON TUTTE LE FORZE” [    , § III. “Non avrai altri dèi di fronte a me” n°/p.  ].
«29. C’è un altro aspetto della vita di oggi, collegato in modo molto stretto con lo sviluppo: la negazione del diritto alla libertà religiosa. … Dio è il garante del vero sviluppo dell’uomo, in quanto, avendolo Benedetto_XVI,sedutocreato a sua immagine, ne fonda altresì la trascendente dignità e ne alimenta il costitutivo anelito ad “essere di più”. L’uomo non è un atomo sperduto in un universo casuale [70], ma è una creatura di Dio, a cui Egli ha voluto donare un’anima immortale e che ha da sempre amato. … Quando lo Stato promuove, insegna, o addirittura impone, forme di ateismo pratico, sottrae ai suoi cittadini la forza morale e spirituale indispensabile per impegnarsi nello sviluppo umano integrale e impedisce loro di avanzare con rinnovato dinamismo nel proprio impegno per una più generosa risposta umana all’amore divino [71]. Capita anche che i Paesi economicamente sviluppati o quelli emergenti esportino nei Paesi poveri, nel contesto dei loro rapporti culturali, commerciali e politici, questa visione riduttiva della persona e del suo destino. È il danno che il « supersviluppo » [72] procura allo sviluppo autentico, quando è accompagnato dal « sottosviluppo morale » [73].»   Benedetto XVI,CARITAS IN VERITATE, Libreria Editrice Vaticana Roma 2009,   3. Capitolo secondo, § 3.LO SVILUPPO UMANO NEL NOSTRO TEMPO n° 29.  http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/encyclicals/documents/hf_ben-xvi_enc_20090629_caritas-in-veritate.html].

1«50. …Si pretende così di legittimare l’attuale modello distributivo, in cui una minoranza si crede in diritto di consumare in una proporzione che sarebbe impossibile generalizzare, perché il pianeta non potrebbe nemmeno contenere i rifiuti di un simile consumo….» Francesco,Laudato Sii,Libreria Editrice Vaticana Roma 2015 [1-QUELLO CHE STA ACCADENDO ALLA NOSTRA CASA,[ [ V INEQUITÀ PLANETARIA [ , § n°/p. http://w2.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papa-francesco_20150524_enciclica-laudato-si.pdf].

1«60. I meccanismi dell’economia attuale promuovono un’esasperazione del consumo, ma risulta che il consumismo sfrenato, unito all’inequità, danneggia doppiamente il tessuto sociale.»
Franciscus, Evangelii Gaudium,Libreria Editrice Vaticana Roma 2013 [CAPITOLO SECONDO NELLA CRISI DELL’IMPEGNO COMUNITARIO, 2 I. Alcune sfide del mondo attuale, § No all’inequità che genera violenza n° 60.
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/papa-francesco_esortazione-ap_20131124_evangelii-gaudium.html].

2«51. Le modalità con cui l’uomo tratta l’ambiente influiscono sulle modalità con cui tratta se stesso e, viceversa. Ciò richiama la società odierna a rivedere seriamente il suo stile di vita che, in molte parti del mondo, è incline all’edonismo e al consumismo, restando indifferente ai danni che ne derivano [122]. È necessario un effettivo cambiamento di mentalità che ci induca ad adottare nuovi stili di vita, “nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti” [123]..»
Benedetto XVI,CARITAS IN VERITATE, Libreria Editrice Vaticana Roma 2009, 5. Capitolo quarto, § 5.SVILUPPO DEI POPOLI, DIRITTI E DOVERI, AMBIENTE n° 51.
http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/encyclicals/documents/hf_ben-xvi_enc_20090629_caritas-in-veritate.html

“la novità ontologica del sistema tomista” e “Da Tommaso a Tommaso: la via della Vita nel sistema ontologico realista”,

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San Tommaso introducendo il piano esistenziale introduce  quattro integrazioni necessarie al sistema realista dell’essere aristotelico: la necessità del creatore intrinseca all’ente con la conseguente presenza di un unico Dio distinto dalla diversa conformazione dei piani dell’essere, il valore ontologico della razionalità tra i piani dell’essere, l’ontologia realista come sistema tra ente creatore ed ente creato.

 

  1. La novità ontologica di San Tommaso: il piano esistenziale e il rapporto ontologico tra piani.

«9.4 la distinzione fra essenza ed esistenza

  1. Comprendere un’essenza significa cogliere gli elementi che la San Tommaso D'Aquinocaratterizzano. Dunque, tutto ciò che non è necessario per comprendere l’essenza è un qualcosa che le si aggiunge dall’esterno e che entra in composizione con essa.

E’ possibile invero pensare una essenza e contemporaneamente non sapere nulla circa la sua effettiva esistenza: posso infatti capire cosa sia un uomo o una fenice e tuttavia ignorare se nella realtà esistano davvero. E’ pertanto evidente che l’esistenza è qualcosa di diverso dall’essenza [2], tranne [4]che nel caso di un ente la cui essenza coincida con l’esistenza [3], ma di un tal genere può essercene uno soltanto [5], cioè il primo ente in assoluto….

Le proprietà di un ente o derivano dai princìpi propri della sua natura, come per l’uomo la capacità di ridere, o dipendono da un qualcosa di esterno, come la luce nell’aria dipende dall’influsso del sole. Non è però possibile che l’esistenza stessa dipenda dalla forma o dall’essenza di un ente come da causa efficiente, perché così un ente risulterebbe essere causa di sé stesso e produrrebbe la propria esistenza, il che è impossibile.[6] E’ pertanto necessario che tutte queste realtà in cui l’esistenza è distinta dalla propria natura ricevano tale esistenza da un principio esterno (ab alio).

Poiché ciò che esiste in virtù d’altri implica un riferimento a ciò che esiste di per sé stesso come alla causa prima, è necessario che esista qualcosa che, in quanto esiste di per sé, sia causa dell’esistenza di tutto [1], viceversa nel risalire di causa in causa si finirebbe col procedere all’infinito….

da S. Tommaso d’Aquino, De ente et essentia, Ed. Marietti»1

Tommaso d’Aquino, mentre rileva nel reale la necessaria presenza del piano esistenziale [2], rileva anche la necessità da parte dell’ente di essere stato creato [1]. Si supera così lo “stallo aristotelico” che poteva recepire solo la presenza “ ab aeterno” della materia e delle essenze .

Sempre attraverso il piano esistenziale, ma questa volta piano da sempre presente nell’essenza [3] (in sintesi con l’essenza per semplicità), San Tommaso può descrivere la caratteristica Dio come Essere creatore, ossia Dio come Vita-in-quanto-Tale. Questa relazione sintetica tra piani dell’essere che proclama Dio come Eterno e Creatore è quella descritta nel Vecchio Testamento. Scrive a tal proposito Tommaso Demaria.

«…, proclamato come l’Essere creatore nel Vecchio Testamento (Io sono Colui che sono), che poi viene esplicitato come Dio-Amore.»2

San Tommaso, attraverso l’introduzione del piano esistenziale, amplia gli orizzonti della razionalità del suo tempo facendole percepire da una parte l’essere creaturale e dall’altra la Vita-in-quanto-tale (l’Essere) ma non solo.

In terzo luogo San Tommaso aggiunge all’ontologia la centralità e il valore ontologico del “rapporto strutturale essenza-esistenza”. Lo fa con un “tranne” [4],

“l’esistenza è qualcosa di diverso dall’essenza [2], tranne [4]che nel caso di un ente la cui essenza coincida con l’esistenza [3]”

Sostiene infatti San Tommaso che nell’ontologia realista, ciò che fa diverso il Creatore dalla sua creatura è proprio il diverso rapporto ( di sintesi o di analisi) tra questi due piani ( i piani essenziale ed esistenziale). Il creatore è fuori dal tempo e mentre la creatura dentro, ciò che li unisce nell’unica ontologia sono l’essere e i suoi piani, ciò che li divide il loro rapporto.

La quarta novità rispetto al realismo Aristotelico è la conclamazione della presenza nel reale e nell’unica ontologia realista, di due tipi di ente (categorie) definiti in tale diversità proprio dalla struttura dei piani dell’essere. Questa diversità fa il sistema metafisico realista appunto un sistema.

I due tipi di ente sono parti dell’unico sistema realista:

  • unico ontologicamente perché non si può pensare l’ente creato senza introdurre nel sistema l’ente increato [6].
  • Sistema perché un unico formato da due enti certamente distinti tra loro dalle differenti strutture dei piani dell’essere [2]≠[3].

Corollario di questa doppia presenza/unità è quello della conseguente necessità di definire il loro rapporto per via ontologica realista, ossia attraverso i piani dell’essere.

SanTommaso,sistemaOntologico

Struttura ontologica aristotelico-tomista

La novità di San Tommaso, il piano esistenziale, “introduce” nel sistema metafisico realista dell’essere3 quattro caratteristiche necessarie a reggere l’intera metafisica.

  1. Nuova costruttivitàC3la necessaria dimensione di essere creaturale dell’ente, un ente non si spiega da sé stesso [6]
  2. la necessaria presenza di Dio Creatore, Essere, Vivo e Vita in quanto tale fondamento ontologico [5]
  3. la presenza della razionalità nel rapporto tra i piani dell’essere essenziale ed esistenziale ( di sintesi o di analisi) [4] come specificazione necessaria per distinguere Dio dall’uomo
  4. L’ontologia come sistema ontologico. La necessità di comprendere la relazione tra i due elementi dell’ontologia, un

 

  1. o nel tempo e uno fuori dal tempo, l’uno creatura e l’altro creatore. L’actus essendi “creatore-creatura”, da Tommaso ontologicamente necessario a tutti gli enti [6], si pone fuori dal tempo o al massimo nel primissimo istante. E poi? Non ci sono altre interazioni a carattere ontologico?

Gv 1:12 A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, …

 

  1. La struttura della vita proposta da Tommaso d’Aquino. 1
  2. Il rapporto degli enti con la vita-azione. 2

2.1 Il contenuto ontologico della Vita. 2

Dove e come  è definita  la Vita-in-quanto-Tale dal punto di vista ontologico-metafisico realista? Nel Divino. 2

2.2 Metafisicamente l’organismo mantiene le caratteristiche tipiche del “rapporto divino”, la Vita. 3

E la vita creata che cosa è? È organismo. 4

Come vitalizza un ente creato? Assume razionalità analoghe a quelle della Vita. 4

Cosa vitalizza? I piani dell’essere dell’ente creato. 4

2.2.1 la sintesi della vita nel piano esistenziale. 5

2.2.2. la sintesi della vita nel piano essenziale. 6

É giustificata una sintesi tra la Vita e l’analogo piano essenziale dell’ente creato? É necessaria perché sussista il sistema ontologico. 6

Come può l’essenza Divina rimanere tale incarnandosi nel creato? L’unione ipostatica. 6

Cosa cambia nella vita-essenziale-creata  rispetto al divino? Il dinamismo di auto-sintesi diventa proprietà di una essenza creata. 7

Quale è la Forma dell’ente dinamico? La Razionalità della Vita storicizzata. 7

Autocostruzione viva di che cosa? Dell’essenza reale. 8

In cosa è diversa l’autocostruzione essenziale dal Divino? Ha natura accidentale diversamente da Dio che è Atto. 8

Quali sono le caratteristiche del piano essenziale analoghe a quelle del divino? La struttura dei piani dell’essere, l’autocostruzione essenziale, la razionalità di azione, la sapienza vitale e vitalmente operante. 8

L’ente dinamico essenzialmente è una ipotesi o c’è una corrispondenza con il reale? La religione  9

  1. l’organismo dinamico custodisce la relazione ontica essenziale divino-umana. 9
  2. Postfazione, il percorso onto-logico. 11

Note di chiusura. 13

 

1. La struttura della vita proposta da Tommaso d’Aquino

C’è un sentiero stretto, la Vita, che ogni uomo conosce e che pervade  l’intero pensiero metafisico. La struttura ontologica della Vita  proposta da Tommaso d’Aquino nel “De ente ed essentia” contiene implicita quella dell’organismo dinamico esposta da Tommaso Demaria in “Ontologia realistico dinamica”.  L’ontologia tomista è un sistema ontologico in cui la relazione  tra gli elementi è tanto  stretta da poter sostenere che la metafisica realistico tomista non si regge senza l’ente dinamico.

SanTommaso,sistemaOntologico

2. Il rapporto degli enti con la vita-azione

Diamo per scontato l’intera dottrina dell’essere sino ad ora seguita dal realismo, ma  lo scopo  di  affrontare il tema della “Matrice ideoprassica dinontorganica operativa” limita il nostro approfondimento a  due tra le novità di San Tommaso d’Aquino: la struttura  del rapporto tra piani e il sistema che genera nell’ontologia[1]  in relazione all’organismo.SanTommaso,ontologia,organismo1

La parola “organismo” richiama la vita[2], si tratta quindi di scorgerla a livello ontico.

 

2.1 Il contenuto ontologico della Vita

Dove e come  è definita  la Vita-in-quanto-Tale dal punto di vista ontologico-metafisico realista? Nel Divino.

La Vita-in-quanto-tale, nell’ontologia tomista è descritta immediatamente e posta come creatore di ogni ente[i].

  1. Dio-creatore è necessariamente vivo  appunto perché creatore [1]. E poiché eterno [5] il “Dio dei filosofi” è necessariamente Vivo da sempre. E poiché causa incausata è vivo nella sua stessa  essenza [6], Dio ed è perciò la Vita-in-quanto-Tale[3].
  2. Poiché Dio è la Vita-in-quanto-Tale e insieme Dio è descritto nel sistema realista come rapporto sintetico tra essenza ed esistenza, l’unica conclusione possibile è che  proprio questo  rapporto di sintesi essenzial-esistenziale  [3] definisce la Vita-in-quanto-tale.SanTommaso,ontologia2,Vita
  3. La Vita è Razionalità di Azione. La Vita maiuscola perché  Vita-in-quanto-tale ( da ora in poi il Maiuscolo la distingue dalla vita creata in minuscolo)  è necessariamente rapporto di auto-sintesi [6] tra i piani, ne segue che la  Vita-autosintetica è  anche necessariamente  Azione che realizza sè stesso[4] fuori dal tempo (Atto puro), e poiché contemporaneamente ad azione è anche essenza ne segue che è anche  Razionalità di Azione ( Logos, Verbo della Vita).
  4. Infine, poiché Dio è tutto e totalmente Vita, è implicito che la Razionalità di azione è  atto vitale e vitalmente operante.

SanTommaso,ontologia3,Razionalità

In Dio, tutto ente e tutto essenza, e quindi tutta Vita, tutte questi aspetti non possono essere divisi.

Senza uscire da San Tommaso possiamo rilevare che il rapporto essenzial-esistenziale  qualifica la  Vita  come Azione (Atto puro) “guidata” da un Razionalità vitale e vitalmente operante.

2.2 Metafisicamente l’organismo mantiene le caratteristiche tipiche del “rapporto divino”, la Vita.

San Tommaso descrive la  caratteristica della Vita come   la sintesi per semplicità dei piani essenziale ed esistenziale: è Vita da sempre esistente ossia Vita Eterna.

ente la cui essenza coincida con l’esistenza [3], ma di un tal genere può essercene uno soltanto [5], cioè il primo ente in assoluto.…


SanTommaso,ontologia4,Autosintesi
Sostiene san Tommaso nel De ente et essentia: nessun’altra Vita-in-quanto-Tale è possibile [5], tanto da poter senz’altro concludere che questo rapporto sintetico tra piani essenzial esistenziale è proprio tipico  della Vita.

E la vita creata che cosa è? È organismo

Visto che sono ontologicamente legati struttura dei piani  dell’essere e Vita, sarebbe assurdo che tra la Vita-in-quanto-Tale la vita creata  e i suoi piani non ci sia alcuna relazione o analogia.[5]

La prima ovvia considerazione già fatta è che nel reale  e nel sistema ontologico realista la Vita   entra nella storia  animando la  materia e dando origine ad un organismo.

«Ed è appunto questo ente creato materiale o impastato di materia, che dà immediatamente luogo all’organismo, ponendolo come una primordiale categoria ontica dell’ente creato materiale o comunque impastato di materia: la categoria ontica dell’organismo, che ha il privilegio di beneficiare della vita[6]

Ne consegue che il contenuto del rapporto tra i piani  tipico della Vita andrà cercato nell’organismo: questa razionalità  diviene caratteristica  nell’ente creato materiale (o mobile[7]) diventando vita.

Come vitalizza un ente creato? Assume razionalità analoghe a quelle della Vita.

L’analogo della razionalità della Vita anima l’ente creato. Ad esempio l’Autosintesi (razionalità di azione increata tipica della Vita), entrando nel creato mantiene la razionalità auto-sintetica [3] ma ovviamente non per semplicità. La razionalità sintetica   nell’ente creato materiale, può esprimersi solo analogamente comeSanTommaso,ontologia5,autocostruzione  auto-costruzione: l’organismo creato infatti produce sintesi ma solo a partire dall’esistente creato, e quindi nel tempo, e quindi (auto) costruendo nei limiti della propria essenza.

 

Cosa vitalizza? I piani dell’essere dell’ente creato

Dal punto di vista ontologico la struttura della Vita divina vitalizza la struttura ontica dell’ente creato [2].   E poiché  la struttura ontica dell’ente creato materiale è essenza + esistenza, l’ontologia dell’ente creato materiale ammette due modalità di storicizzazione (tipi di rapporto) in grado di dar luogo ad un organismo: l’una sarà una sorta di autocostruzione come caratteristica propria al   piano esistenziale, l’altra una autocostruzione caratteristica   tipica del piano essenziale di un ente creato[8].

2.2.1 la sintesi della vita nel piano esistenziale

Tocchiamo appena l’argomento “ struttura esistenziale vitale” che non è di pertinenza di questo studio, indicando la più evidente  modalità con la quale l’Autosintesi entra nella storia nel sistema realista:  come autocostruzione limitata al  piano esistenziale. ESSA CONSISTE  nell’autocostruzione universale  più evidente, riguardante l’agire  di  un dato organismo particolare, dal virus alla balena. In questo “caso esistenziale” lo scorrere della vita nel tempo  sostanzia il rispettivo organismo vivo senza modificarne l’essenza reale. Questa razionalità è  visibile, nel caso della “Razionalità  di azione autocostruttiva vitale e vitalmente operante”, evidente per esempio nel metabolismo, la razionalità metabolica presente e uguale dalla nascita alla morte[9] in qualsiasi organismo.

L’essenza reale dell’organismo … cane … “già fatta”  ci dice che l’organismo è STATICO[10] ossia essenzialmente compiuto ( relativamente perfetto[11]) fin dal primo istante  e vivo, e in quanto vivo e mantenuto in vita dalla razionalità organica esistenziale (transito  potenza – atto).[12]

SanTommaso,ontologia6,organismoStatico

2.2.2. la sintesi della vita nel piano essenziale

É giustificata una sintesi tra la Vita e l’analogo piano essenziale dell’ente creato? É necessaria perché sussista il sistema ontologico.

l’esistenza è qualcosa di diverso dall’essenza [2][13]

La ragione più immediata di questa  possibilità/necessità riguarda la sussistenza del  sistema ontologico, come lo è il sistema realistico tomista che comprende il Divino e l’ente creato e riguarda la struttura. Lo è per ragioni di sistema, lo è per ragioni di Divinità:   il Divino si deve poter relazionare con qualsiasi piano dell’ente increato.  Violare questa condizione significa non realizzare il sistema realistico stesso.

Ma lungi da noi ancorare una convinzione ad un’osservazione razionale, per quanto fondata e in sè necessaria dalla natura razionale di tutti gli elementi del problema.  Occorrono certamente ben altre argomentazioni e per l’importanza e  complessità dell’argomento   inviamo alla “Trilogia realistico integrale” di Tommaso Demaria in particolare al primo  volume “Ontologia realistico dinamica”.  E proseguiamo.

Come può l’essenza Divina rimanere tale incarnandosi nel creato? L’unione ipostatica

San Tommaso spiega [1] che “una sola può essere la causa dell’esistenza di tutto”, ma l’entrata nel tempo come essenza di ente creato materiale non duplica il Divino perché avviene come struttura dei piani dell’essere, essenzialmente sintetica ad un ente creato materiale: l’umanità[14].   L’entrata nel tempo come essenza è ontologicamente possibile, quindi, perché la storicizzazione avviene come Razionalità  della Vita (Logos)[15] . Perché ciò avvenga onticamente (e non sia solo possibilità ontologica di sintesi tra umano e divino) occorre l’unione ipostatica che ovviamente può essere solo iniziativa del Divino[ii]-creatore[16].

Cosa cambia nella vita-essenziale-creata  rispetto al divino? Il dinamismo di auto-sintesi diventa proprietà di una essenza creata producendo non sostanzialità

Quando “trasferiamo” l’analogo dell’Auto-sintesi  tipica della Vita nell’essenza di un ente creato ciò che ne risulta è la auto-costruzione essenziale  propria all’essenza reale di quell’ente: come dire che quell’ente non si completerà mai nella sua essenza reale perché rimarrà sempre in costruzione. Ossia quell’ente non sarà mai sostanza perché soggetto ad una realizzazione essenziale perenne: è un ente dinamico essenzialmente.

SanTommaso,ontologia7,entedinamico

Quale è la Forma dell’ente dinamico? La Razionalità della Vita storicizzata.

La forma dell’organismo dinamico essenzialmente è “Cristo forma”[17]. La Razionalità della Vita è Forma storicizzata  dell’ente creato materiale umanità. Il Logos[iii] è Cristo Forma storicizzata[18]  nella sua veste di “razionalità  di azione vitale e vitalmente operante” autocostruttiva di quell’essenza storica specifica[19].  Non nascono  problemi ontologici con il principio di non contraddizione perché l’unione  genera necessariamente  una Nuova creatura, la Chiesa – Corpo Mistico[20].

Autocostruzione viva di che cosa? Dell’essenza reale

Nell’organismo dinamico l’essenza archetipa è posta, ma occorre l’autocostruzione dell’essenza reale che diviene al fine di realizzare l’essenza archetipa stessa. L’organismo dinamico  si definisce quindi Ens cuius essentia fit[21]. Non si tratta di moto metafisico perché,  nell’ente dinamico essenzialmente, muta l’essenza reale o se si vuole si tratta di un caso speciale di esso[22].

In cosa è diversa l’autocostruzione essenziale dal Divino? Ha natura accidentale diversamente da Dio che è Atto.

L’autocostruzione è divenuta proprietà essenziale, e quindi quell’essenza archetipa  non potrà MAI smettere di realizzarsi nella sua essenza reale[23], pena il cessare dell’ente stesso. La razionalità della Vita è quindi bloccata all’interno dell’ente, senza possibilità residue, fino alla fine dei tempi, senza mai potersi realizzare completamente.  Cristo forma storicizzata dell’umanità sarà con noi  ogni giorno per tutti i giorni  fino alla fine dei tempi e nel contempo  la storia rimarrà il campo di  grano con la gramigna. Cristo-servo inchiodato all’umanità, Lui perfetto e sintetico per semplicità, non realizza la propria essenza e quindi soffre.

In questo testo finalizzato allo studio della struttura ontologica della Matrice dinontorganica operativa è inutile operare altre digressioni di carattere evangelico. Non è la sede, questo è solo il Dio dei filosofi, la Vita, considerato attraverso la razionalità che effonde dal rapporto tra i suoi piani.

SanTommaso,ontologia3,Razionalità

Quali sono le caratteristiche del piano essenziale analoghe a quelle del divino? La struttura dei piani dell’essere, l’autocostruzione essenziale, la razionalità di azione, la sapienza vitale e vitalmente operante.

Abbiamo già intuito che entrando nell’essenza di un ente materiale,  la struttura[4] dei piani  dell’essere che S. Tommaso assegna  alla Divinità dei filosofi,  può traslare nella storia in modo analogo al divino. Allo  scopo di vitalizzare un’essenza Archetipa di  un creato materiale

  1. Il piano essenziale ed esistenziale sono in sintesi  nell’ente/organismo dinamico, analogamente al divino.
  2. L’autocostruzione che sostituisce l’Autosintesi è dinamicità essenziale con il fine di mantenere, producendola, l’essenza reale di un ente.
  3. L’organismo dinamico è costituito da Vita-Azione che ha come razionalità di azione autocostruttiva il Logos della Vita nell’umanità, assieme a quella dell’ente creato
  4. che operativamente è costituito da sapienza vitale e vitalmente operante insieme dell’ente creato materiale e del divino

In sostanza l’ente in questione gode della dinamicità vitale  vitalmente operante, che in una parola possiamo definire dinontorganicità essenziale ( dinamismo ontologico costruttore di un organismo).

SanTommaso,ontologia8,AutocostruzioneEssenziale

L’ente dinamico essenzialmente è una ipotesi o c’è una corrispondenza con il reale? La religione

L’evento principe che mostra come questa possibilità si sia realizzata è la religione stessa in quanto  ente.

«c) Da. parte di entrambi (Dio e uomo), la R. appare come un rapporto vitale, operativo, in ordine precisamente alla salvezza. Non dunque il rapporto ontologico Dio – uomo, come di creatore a creatura. Questo non è ancora il rapporto religioso, ma solo un presupposto metafisico per il rapporto religioso.»[24]

3. l’organismo dinamico  custodisce la relazione ontica essenziale divino-umana

Il nostro interesse  ontologico, OGGI è per l’organismo dinamico[25] essenzialmente, perché esso è l’oggetto della  Matrice.  Posiamo affermare che l’organismo dinamico, è conseguenza dell’introduzione dell’esistenza nel sistema ontologico dell’ontologia tomista,  e che  custodisce in sé la relazione ontica ed ontologica tra ente creato e il Divino nella realtà storica. In sé, per propria natura, come succede nelle altre parti del sistema realista. Solo esso può spiegare la relazione storica e nello stesso tempo ontologica tra umano e divino che chiamiamo Religione-Corpo Mistico.  Si veda a questo proposito “ Scritti teologici inediti[26]” al capitolo  “Dio e la religione” di Tommaso Demaria  a cura di Mauro Mantovani da pag. 17.

La considerazione  di questo tipo di rapporto tra piani dell’essere  fonda la metafisica realistico integrale che possiamo indicare con altri  termini come metafisica organico-dinamica o anche “metafisica dell’incarnazione” della Vita, e,  ovviamente, metafisica dell’Essere[27]. Più precisamente del Verbo della Vita[28].

San  Tommaso stesso,  postula  direttamente il sistema metafisico nell’ontologia, e come conseguenza,  la presenza dell’ente dinamico scoperto successivamente  da Tommaso Demaria.

«Conseguenza di ciò? Questa: la metafisica dell’essenza dinamica sarà necessariamente e formalmente una metafisica essenziale dell’esistenza come divenire attivistico (e dell’esistente come attivisticamente diveniente). Sarà necessariamente una metafisica dell’ente, formalmente come reale, esistente concreto: appunto perché ente dinamico, e perché colto nella sua essenza dinamica e dunque nella sua      esistenza essenziale, che lo impone allo studio metafisico come essenzialmente ed attivisticamente diveniente, ossia (in senso dinamico) come essenzialmente esistente. Si noti bene: in sede metafisica realistica (e dunque tomista), nessun ente può essere studiato come essenzialmente esistente: ECCETTO DIO [3], perché appunto, eccetto Dio, nessun ente è essenzialmente esistente. Fa però eccezione appunto, l’ente dinamico. Non perché sia “essenzialmente” esistente ad modum Dei, ma perché “essenzialmente esistente” come attivisticamente diveniente nella sua stessa essenza. L’essenza di Dio si identifica con là propria esistenza, perché perfettissima[5], l’essenza dell’ente dinamico s’identifica (non per semplicità, ma per composizione) con la propria esistenza, perché imperfettissima (= perché ancora diviene attivisticamente). Dio è l’essere perfettissimo per essenza. L’ente dinamico è l’ente imperfettissimo per essenza. A metà stanno gli enti creati “relativamente perfetti” (perché con essenza già fatta).» [29]

Questa correlazione tra Vita e organismo dinamico in quanto struttura e sistema    ci basta per studiare a fondo la genesi ontologica della Matrice dinontorganica.

SanTommaso,ontologia9,Analogie

4. Postfazione, il percorso onto-logico

Da San Tommaso a Tommaso Demaria.

  1. Il piano essenziale ed esistenziale caratterizzano tanto l’ente creato come l’ente increato (San Tommaso)
  2. la struttura dei piani dell’essere distingue l’ente creato dall’ente increato (San Tommaso)
  3. La struttura dei piani dell’essere descrive enti diversi (ente creato ed ente increato) (San Tommaso)
  4. L’ontologia è un sistema tra enti Diversi ( San Tommaso)
  5. L’ente increato ( il Divino) è la Vita in quanto tale (San Tommaso)
  6. La Vita ha proprie caratteristiche peculiari che dipendono dalla modalità sintesi tra piani essenziale ed esistenziale (San Tommaso)
  7. La modalità di sintesi tra piani ha una propria razionalità interna oggettiva.
  8. La Razionalità di sintesi propria alla Vita ha un suo analogo nell’ente creato, nella sua dimensione essenziale od esistenziale ( Tommaso Demaria)
  9. L’analogia consiste nel trasferimento di talune caratteristiche peculiari alla Vita, in modo analogico, nell’ente creato ( Tommaso Demaria)
  10. Nell’ente creato queste caratteristiche possono essere del piano essenziale, in questo caso danno origine all’organismo dinamico essenzialmente (Demaria)

SanTommaso,ontologia10,sintesi

Note di chiusura

 

1S. Tommaso d’Aquino,Introduzione alla filosofia-testi-,I.S.S.R. SAN PIETRO MARTIRE VERONA Verona 2015[9,9 Filosofia e Teologia. La Scolastica, § 9.4 la distinzione fra essenza ed esistenza p. ].

2Tommaso Demaria,CONFRONTO SINOTTICO DELLE TRE IDEOLOGIE, quarta serie, Roma 1985[CULTURA COME CIVILTA’,[ [ B IDEOPRASSI LAICISTA LIBERALCAPlTALISTA E CIVILTA’DELL’AMORE[ , § 4. Esame critico. n°/p. 125 https://www.organismodinamico.it/wp-content/uploads/2017/06/Confronto_sinottico_1985__completoDefinitivo.pdf].

3«Non è forse l’essere il classico oggetto della metafisica realistica oggettiva? È di lì che parte il suo metodo, contenuto virtualmente nella definizione realistica oggettiva della verità, precisamente come adaequatio intellectus et rei.» Tommaso Demaria,6 NUOVE PROSPETTIVE IL DINONTORGANISMO, La metafisica aristotelico-tomista come sistema metafisico realistico oggettivo;sua crisi e rifiuto. § 6 – La metafisica realistica oggettiva e il suo metodo.

 

[1]     «Nota 1: Per noi qui l’ontologico si riferisce all’Ontologia, e cioè allo studio dell’ente; l’ontico si riferisce all’essere stesso. E’ superfluo il dire che il nostro uso dei due termini non collima con quello heideggeriano»   Tommaso Demaria,1 ONTOLOGIA REALISTICO DINAMICA,Costruire Bologna 1975 [parte prima  dalla realta’ storica al suo problema metafisico,[    [   V  Ente statico ed ente dinamico [    , § 2 – Il posto dell‘ente dinamico nel quadro universale dell’ente n°/p. 143 ].

[2]     «…. Ed è appunto questo ente creato materiale o impastato di materia, che dà immediatamente luogo all’organismo, ponendolo come una primordiale categoria ontica dell’ente creato materiale o comunque impastato di materia: la categoria ontica dell’organismo, che ha il privilegio di beneficiare della vita.»   Tommaso Demaria,3  LA REALTA’ STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975,   I  Teoria dell’organismo   , § 6 – Sbocco metafisico dell‘organismo n°/p. 38 .

[3]     I riferimentii sono  al testo riportato in fondo. S. Tommaso d’Aquino,Introduzione alla filosofia-testi-,I.S.S.R. SAN PIETRO MARTIRE VERONA Verona 2015[9,9 Filosofia e Teologia. La Scolastica, § 9.4  la distinzione fra essenza ed esistenza p. ].

[4]     «Solo Dio è spoglio di moto metafisico e di movimento. Per questo « metafisicamente » è Atto Puro, e vien detto Motore Immobile.»   Tommaso Demaria,1 ONTOLOGIA REALISTICO DINAMICA,Costruire Bologna 1975 [parte prima  dalla realta’ storica al suo problema metafisico,[    [   IV  La realta’  storica come essere [    , § 1- Lo statico n°/p. 117 ].

[5]     Quando  pensiamo alla vita creata come atto d’Essere limitato da una essenza  il legame è evidente anche con l’ontologia classica, ma preferiamo qui  specificare qui  l’esistenza/atto d’essere nel rapporto di analogia  della Vita con la vita. L’atto d’essere/esistenza resta sottointeso.

[6]     Tommaso Demaria,3  LA REALTA’ STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975 [,[    [   I  Teoria dell’organismo [    , § 6 – Sbocco metafisico dell‘organismo n°/p. 38 ].

[7]     «L’ente contingente coincide a sua volta con l’ente creato, e vien detto anche ente mobile (ens mobile), perché sottoposto alla legge del moto metafisico, consistente nel passaggio dalla potenza all’atto (transitus de potentia ad actum).»   Tommaso Demaria,1 ONTOLOGIA REALISTICO DINAMICA,Costruire Bologna 1975 [parte prima  dalla realta’ storica al suo problema metafisico,[    [   V  Ente statico ed ente dinamico [    , § 2 – Il posto dell‘ente dinamico nel quadro universale dell’

[8]     «Poiché già conosciamo il significato tecnico dei singoli termini, è anche facile superarne l’apparente contraddizione verbale armonizzando le varie espressioni nella loro logica articolazione. L’ente mobile infatti comprende sia l’ente statico che l’ente dinamico, poiché tutti e due sono ente mobile, essendo entrambi soggetti alla legge del moto metafisico. Ma l’ente mobile può essere soggetto al moto metafisico solo quoad existentiam, o anche quoad essentiam. Può essere cioè o solo esistenzialmente mobile, o anche essenzialmente mobile. In altre parole, esso si articola in ente mobile ad essenza immutabile (= ente statico) e in ente mobile ad essenza mutabile, sempre nel senso di un suo farsi coerente ed univoco ( = ente dinamico).»   Tommaso Demaria,1 ONTOLOGIA REALISTICO DINAMICA,Costruire Bologna 1975 [parte seconda ‘dell’ente dinamico,[    [   II  Essenza dell’ente dinamico [    , § 2 – Il posto dell‘ente dinamico nel quadro universale dell’ente n°/p. 144 ].

[9]     Il metabolismo, comunque si presenti, è universale, tanto è vero che al suo cessare prendiamo atto che è giunta la morte)

[10]   «L’organismo statico è quello la cui essenza già è, fin dal primo istante della sua esistenza. Diciamo ‘‘ essenza ‘‘, e non già ‘‘ sviluppo esistenziale ‘‘. Rimane pacifico che questo si pone fenomenicamente nel tempo, divenendo attraverso l’intero ciclo vitale dell’organismo in questione. È questa la definizione metafisica essenziale e la condizione esistenziale dell’organismo fisico, ossia del fisiorganismo.»   Tommaso Demaria,3  LA REALTA’ STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975 [,[    [   I  Teoria dell’organismo [    , § 11 – L‘EDUC come SD n°/p. 54 ].

[11]   «L’ente dinamico è l’ente imperfettissimo per essenza. A metà stanno gli enti creati “ relativamente perfetti” (perché con essenza già fatta).»   Tommaso Demaria,DE DEO, praelectionum selectio,Pontificium Athenaeum Salesianum Torino 1964 [Deus Ratione Religionis,   V Lo strumento metodologico del realismo dinamico , § 5 n°/p. 370-371 https://www.organismodinamico.it/wp-content/uploads/2015/11/1119111554_001.pdf].

[12]   «… l’organismo statico è sempre sostanza e con una forma viva sostanziale; »
Tommaso Demaria,3  LA REALTA’ STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975,  I  Teoria dell’organismo , § 11 – L‘EDUC come SD n°/p. 54-55 .

[13]   S. Tommaso d’Aquino,Introduzione alla filosofia-testi- di Giuseppe Galifi,  I.S.S.R. SAN PIETRO MARTIRE VERONA Verona 2015[9,9 Filosofia e Teologia. La Scolastica, § 9.4  la distinzione fra essenza ed esistenza p. ].

[14]   «Più brevemente e convenzionalmente diremo così la R. è la sintesi ontologico – dinamica, organico – cellulare, dell’umano nel Divino.»   Tommaso Demaria,DE DEO, praelectionum selectio,Pontificium Athenaeum Salesianum Torino 1964 [Deus Ratione Religionis,  VI Che cos’è la religione?  , § 12 n°/p. 397 https://www.organismodinamico.it/wp-content/uploads/2015/11/1119111554_001.pdf].

[15]   «CHE L’ENTE DINAMICO SUPREMO, che per essere veramente tale e per condurre veramente ad una sintesi integrale cristiana, dovrà coincidere con DIO stesso. E vi coincide, in quanto coincide precisamente col VERBO INCARNATO vivente nella storia come CORPO MISTICO.»   Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957 [parte quarta   la sintesi cristiana,   XIII  Formula sintetica cristiana  , § 8- L‘ente dinamico supremo. n°/p. 171 ].

[16]   «Realtà divina complessa, che si pone nella storia come iniziativa religiosa salvifica, come dono di salvezza, e che in rapporto all’essenza della R. si qualifica precisamente come forma. Forma divina complessa, ricca di modalità diverse, ben lontana dall’assoluta semplicità di Dio in sè, tanto da qualificarsi più propriamente come un complesso Divino, anziché solamente come Dio, nella sua semplicità ineffabile.»   Tommaso Demaria,DE DEO, praelectionum selectio,Pontificium Athenaeum Salesianum Torino 1964, Deus Ratione Religionis,    VIII Il Divino come Forma [    , § 1 n°/p. 409 https://www.organismodinamico.it/wp-content/uploads/2015/11/1119111554_001.pdf].

[17]   «   terminus ad quem (la funzione divinizzante di Cristo-forma qui viene veduta nel suo effetto, incarnato e trasformante la materia).»   Tommaso Demaria,Cristo Forma,Istituto Internazionale di Pedagogia e Scienze Religiose Torino 1969 [,[    [   9  Funzione di Cristo-Forma [    , § 1 – FUNZIONE ATTUALIZZANTE n°/p. 72 ].

[18]   «   Il problema di Cristo Forma è un problema di Cristologia. Ma di quale Cristo? Rispondiamo: non più di Cristo considerato in sé empiricamente, come documentazione, dato di esperienza prescindendo metafisicamente dalla sua esistenza storica concreta. Ma Cristo considerato metafisicamente (= teologia speculativa) e formalmente come concretamente esistente nella storia; Cristo come realtà storica; Cristo come Persona storicizzata.»   Tommaso Demaria,Cristo Forma,Istituto Internazionale di Pedagogia e Scienze Religiose Torino 1969 ,   1  Il problema    , § 2 – NATURA DEL PROBLEMA n°/p. 2 ].

[19]   Scritti Teologici Inediti, Tommaso Demaria, Cristo Forma, pag 73

[20]   «Ma in che cosa “s’incarna” il Divino, proprio per poter essere l’anima della civiltà? Posta la primordiale incarnazione del Verbo, ecco che Egli si incarna nella, religione cristiana ossia nel suo Corpo Mistico che è la Chiesa, intesa appunto non già come istituzione (o solo come istituzione), ma come Corpo Mistico di Cristo.»   Tommaso Demaria,CONFRONTO SINOTTICO DELLE TRE IDEOLOGIE,  quarta serie, Roma 1985 [CULTURA COME CIVILTA’,  PREMESSA [  § 6. Le tre incarnazioni del Divino. n°/p. 93 https://www.organismodinamico.it/wp-content/uploads/2017/06/Confronto_sinottico_1985__completoDefinitivo.pdf].

[21]   «Già si è accennato a questa duplice categoria ontologica dell’ente creato, definendo l’ente statico come ens cuius essentia est (= ente la cui essenza reale già è fin dal primo istante della sua esistenza, e dunque non si fa); e l’ente dinamico come ens cuius essentia fit(= ente la cui essenza reale ancora non è ma si fa, diviene, si costruisce attivisticamente nello spazio e nel tempo).»   Tommaso Demaria,4  L’IDEOLOGIA CRISTIANA,Costruire Bologna 1975 [parte terza l’ideologia cristiana come ideologia dinontorganica,[    [   XVII  Verso l’assoluto ideologico cristiano [    , § 3- I requisiti.  n°/p. 306 ].

[22]   «Ne segue che tale divenire non sarà affatto sinonimo del moto metafisico (anche se lo implica); ma, se mai, un caso unico di tale moto, consistente appunto in un divenire essenziale coerente ed univoco, in quanto tale non riducibile al moto aristotelico, come una specie non è riducibile al genere, tanto più se genere remotissimo.»   Tommaso Demaria,DE DEO, praelectionum selectio,Pontificium Athenaeum Salesianum Torino 1964 [Deus Ratione Religionis,   V Lo strumento metodologico del realismo dinamico  , § 2 n°/p. 367 https://www.organismodinamico.it/wp-content/uploads/2015/11/1119111554_001.pdf].

[23]   Si tratta della proprietà dell’accidentallità.

[24]   «c) Da. parte di entrambi (Dio e uomo), la R. appare come un rapporto vitale, operativo, in ordine precisamente alla salvezza. Non dunque il rapporto ontologico Dio – uomo, come di creatore a creatura. Questo non è ancora il rapporto religioso, ma solo un presupposto metafisico per il rapporto religioso. E neppure il rapporto religioso sarà soltanto un rapporto umano-divino di sudditanza (= morale), o di cortesia (= culto), o di conoscenza, sia pure sviluppata nella filosofia e teologia più profonda. Né la R., né il rapporto religioso, sono una filosofia (e nemmeno una teologia). Ma il rapporto r. è quello  che abbiam detto: rapporto vitale-operativo, e dunque costruttivo, in ordine al la salvezza.»   Tommaso Demaria,DE DEO, praelectionum selectio,Pontificium Athenaeum Salesianum Torino 1964 [Deus Ratione Religionis,[    [   VI Che cos’è la religione? [    , § 6 n°/p. 390 https://www.organismodinamico.it/wp-content/uploads/2015/11/1119111554_001.pdf].

[25]   dinamico essenzialmente: ens cuius essentia fit.  Sarebbe meglio “organismus cuius essentia fit” ma il latino non ha il termine giusto per organismo. Capisco S.Tommaso che lo definisce substantia corporea viva.

[26]   Scritti teologici inediti (Nuova Biblioteca di Scienze Religiose) di Demaria Tommaso a cura di Mauro Mantovani https://www.editricelas.it/shop/scritti-teologici-inediti/

[27]   «Come metafisica dell’essere, la metafisica realistico-dinamica rivendica la divisione fondamentale dell’essere in Essere increato (Dio), ed essere creato, che a sua volta viene diviso metafisicamente in ente statico (riferentesi al mondo della natura), ed ente dinamico (appartenente al mondo della storia).»   Tommaso Demaria,4  L’IDEOLOGIA CRISTIANA,Costruire Bologna 1975 [parte terza l’ideologia cristiana come ideologia dinontorganica,[    [   XVII  Verso l’assoluto ideologico cristiano [    , § 3- I requisiti.  n°/p. 306 ].

[28]   «Per prima cosa insistiamo sul fatto che è il REALISMO IN­TEGRALE a riassumere l’intera metafisica dell’essere (o dell’ente, che dir si voglia). È esso quindi la chiave della sintesi integrale cristiana. Senza realismo integrale, a cominciare dalla sua ela­borazione metafisica, non può esserci sintesi integrale cristiana.»   Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957 [parte quarta   la sintesi cristiana,[    [   XIII  Formula sintetica cristiana [    , § 6- Realismo integrale. n°/p. 168 ].

[29]   Tommaso Demaria, DE DEO, praelectionum selectio,Pontificium Athenaeum Salesianum Torino 1964 , Deus Ratione Religionis,   V Lo strumento metodologico del realismo dinamico , § 5 n°/p. 370-371 https://www.organismodinamico.it/wp-content/uploads/2015/11/1119111554_001.pdf].

[i]           «9.4  la distinzione fra essenza ed esistenza

  1. Comprendere un’essenza significa cogliere gli elementi che la caratterizzano. Dunque, tutto ciò che non è necessario per comprendere l’essenza è un qualcosa che le si aggiunge dall’esterno e che entra in composizione con essa.

     E’ possibile invero pensare una essenza e contemporaneamente non sapere nulla circa la sua effettiva esistenza: posso infatti capire cosa sia un uomo o una fenice e tuttavia ignorare se nella realtà esistano davvero. E’ pertanto evidente che l’esistenza è qualcosa di diverso dall’essenza [2], tranne  [4]che nel caso di un ente la cui essenza coincida con l’esistenza [3], ma di un tal genere può essercene uno soltanto [5], cioè il primo ente in assoluto….

     Le proprietà di un ente o derivano dai princìpi propri della sua natura, come per l’uomo la capacità di ridere, o dipendono da un qualcosa di esterno, come la luce nell’aria dipende dall’influsso del sole. Non è però possibile che l’esistenza stessa dipenda dalla forma o dall’essenza di un ente come da causa efficiente, perché così un ente risulterebbe essere causa di sé stesso e produrrebbe la propria esistenza, il che è impossibile.[6] E’ pertanto necessario che tutte queste realtà in cui l’esistenza è distinta dalla propria natura ricevano tale esistenza da un principio esterno (ab alio).

     Poiché ciò che esiste in virtù d’altri implica un riferimento a ciò che esiste di per sé stesso come alla causa prima, è necessario che esista qualcosa che, in quanto esiste di per sé, sia causa dell’esistenza di tutto [1], viceversa nel risalire di causa in causa si finirebbe col procedere all’infinito….

     da S. Tommaso d’Aquino, De ente et essentia, Ed. Marietti» 

  1. Tommaso d’Aquino,Introduzione alla filosofia-testi- di Giuseppe Galifi, I.S.S.R. SAN PIETRO MARTIRE VERONA Verona 2015[9,9 Filosofia e Teologia. La Scolastica, § 9.4  la distinzione fra essenza ed esistenza p. ].

 

[ii]

Fili 2:5 Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,

6 il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio;

7 ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana,

8 umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.

9 Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome     che è al di sopra di ogni altro nome;

10 perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra;

11 e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

 

[iii]

Gv 1:1 In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.

2 Egli era in principio presso Dio:

3 tutto è stato fatto per mezzo di lui,   e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.

4 In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;

5 la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta.

6 Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.

7 Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce,    perché tutti credessero per mezzo di lui.

8 Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.

9 Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.

10 Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe.

11 Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto.

12 A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13 i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.

14 E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.

15 Giovanni gli rende testimonianza e grida: «Ecco l’uomo di cui io dissi:

Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me».

16 Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.

17 Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18 Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.