Appuntamento settimanale con la metafisica realistico integrale 605

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Nuova costruttivitàC3« il futuro è già cominciato », tale legge, come esigenza storica, è già diventata operante. O già fin d’ora si comincia a costruire il futuro dinontorganicamente, o, forse senza volerlo e senza saperlo, si lavora e si concorre a lavorare per la catastrofe.
le rivoluzioni,(ISIS ndr) sono ancora dei tipici fenomeni statici: una autentica « contaminazione » di statico e dinamico: una data realtà storica statica da sola non cambia, e quindi bisogna cambiarla con guerre e rivoluzioni. E’ il senso nuovo di queste, in quest’epoca di transizione, che combina assieme così male statico e dinamico.
Poiché il nostro « medioevo » appartiene già all’epoca il suo dinamismo è  «ontologicamente trasformante
« O futuro dinontorganico, o catastrofe antirealistica ».
In effetti, se la costruzione realistica della nuova realtà  storica dev’essere dinontorganica, è logico che per essa non vi sarà altro futuro che quello dinontorganico. Ogni allontanamento dalla costruzione dinontorganica è pertanto un porsi sulla strada della catastrofe, che sarà appunto, giudicata realisticamente, la catastrofe antirealistica.
Interviene così un altro strumento di analisi storica che porta con sè la validità del realismo integrale, la sensibilità vitale dell’ideologia giusta e la responsabilità della giusta prassi ideologica. E il suo campo di applicazione è davvero omnicomprensivo.
8 – O futuro dinontorganico, o catastrofe antirealistica

 

Quanto al futuro, la questione è ancor più delicata e impegnativa. Nella nuova epoca storica dinamica il futuro va previsto, analizzato a fondo per coglierne le linee direttrici essenziali, va programmato, realizzato in sincronia con le sue scadenze. Ma soprattutto va costruito in funzione dell’autentica natura della realtà storica. E’ a questo punto che s’impone la scelta realistica, o antirealistica, del futuro e della sua costruzione.

ImmondiziaNulla di più drammatico e decisivo. Si tratta infatti della sua stessa possibilità: di un futuro ancora possibile o che diventa sempre più impossibile. Può trattarsi della sopravvivenza del genere umano.

L’umanità può ancora avere un futuro? La domanda non è retorica, perché si pone al di fuori dell’utopia e di pure ipotesi futuribili. E’ una domanda estremamente realistica, e la sua risposta non dev’esserlo di meno. Per noi essa emerge dall’intero percorso della nostra trilogia realistico-dinamica, ma pub riassumersi in questa breve frase: il futuro dell’uomo che va definendosi come l’unico possibile, è il suo futuro  dinontorganico, reso possibile dalla costruzione dinontorganica.

Futuro dinontorganico dunque, o futuro che cammina sulla strada della catastrofe. Ed anche la catastrofe a cui alludiamo va intesa in senso dinamico, e non più in senso statico, superando un concetto di essa puramente fenomenico, che in quanto tale rimane fondamentalmente statico. In senso statico infatti la catastrofe viene immaginata come una specie di cataclisma che potrebbe esplodere anche all’improvviso per una causa fortuita, per un imponderabile, o per un fatto di natura, o per un impedimento umano diventato in un dato momento incontenibile. Quale sarebbe un terremoto per un verso, e una guerra nucleare per l’altro. E’ ancora un pensare la catastrofe in senso statico e fenomenico.

La catastrofe dinamica va intesa non fenomenicamente, ma ontologicamente. E’ la catastrofe della costruzione antirealistica.

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