Dialettica delle forme

4- Dialettica delle forme.

La dialettica delle forme si prospetta in rapporto all’ente dinamico fenomenico e le sue forme contin­genti, e in rapporto a tali forme contingenti: fra loro.

Le forme dinamiche contingenti sono quelle che attuano l’ente dinamico particolare come materia seconda dell’ente dinamico universale e concreto, e sono pressoché infinite. Come forme dalla materia seconda si chiamano anche forme subalterne, rispetto alla forma suprema. Possiamo quindi anche dire che la dialettica delle forme si prospetta in rapporto alla materia seconda dell’EDUC, e alle forme subalterne di essa.

 

Come sappiamo dall’analisi dell’essenza della realtà sociale, tutta la realtà umana esistenziale è materia seconda di tale essenza, come ovviamente dev’essere materia seconda dell’EDUC. Sappiamo pure che tale materia seconda è materia dinamica, ossia diveniente.

Una materia seconda diveniente non può divenire che in base ad una molteplicità di forme, subalterne rispetto alla forma trascendentale suprema che attua l’essenza stessa dell’EDUC. Tali forme subalterne si riferiscono agli enti dinamici particolari che compongono il tessuto sempre cangiante e mutevole, perché contingente e dinamico, della materia seconda dell’essenza sud­detta.

Da questa molteplicità di forme dinamiche subalterne che si succedono, si accavallano, si sovrappongono, si compongono, ha origine la dialettica delle forme dell’ente dinamico.

Per essa, nessuna aliquota della realtà umana esistenziale, qualunque essa sia, può evadere dalla corrente viva dell’ente dinamico, e tutto vien rapportato come materia seconda alle sue forme trascendentali supreme.

La funzione della dialettica delle forme in combinazione con la dialettica essenziale è pertanto la seguente: tener desto e alimen­tare l’ente dinamico col continuo superamento dell’ente dinamico contingente e delle sue forme contingenti. Superamento che consiste non già in una loro negazione dialettica di tipo hege­liano, ma nel continuo riassorbimento del loro sbocco statico nella materia seconda dell’ente dinamico, rendendola sempre più materia prossima alla forma trascendentale.

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