PENSARE IL RAPPORTO TRA STORIA E SOCIETA’ 15-18 novembre UPS Roma

Quarto Seminario di studio (scarica locandina)
LOGO UPSUniversità Pontificia Salesiana Facoltà di Filosofia in collaborazione con Associazione “Nuova Costruttività” e con il Centro Ricerche Teologiche e Metafisiche di Verona all’interno del corso accademico FA0160 (Filosofia della storia), a.a. 2017/2018 

PENSARE IL RAPPORTO TRA STORIA E SOCIETÀ

Il contributo del pensiero organico-dinamico di Tommaso Demaria alla filosofia sociale, alla metafisica e all’ecclesiologia

Università Pontificia Salesiana – Piazza dell’Ateneo Salesiano, 1 – Roma

PROGRAMMA

Mercoledì 15 novembre 2017, ore 10.35 – 12.10, Aula F01

(Filosofia) INTRODUZIONE DEL SEMINARIO DI STUDIO prof. Mauro MANTOVANI (UPS) dott. Oliviero RIGGI (UPS)

Giovedì 16 novembre 2017, ore 15 – 17.30, Aula CS1 (Scienze della Comunicazione sociale)
TAVOLA ROTONDA INTERDISCIPLINARE LA COMPETITIVITÀ È NECESSARIA AL MIGLIORAMENTO SOCIO-ECONOMICO? UNA RIFLESSIONE CRITICA

Venerdì 17 novembre, ore 15 – 18.30, Aula Juan Vecchi UN’ECCLESIOLOGIA DINAMICA PER SERVIRE IL  CAMBIAMENTO D’EPOCA”
mons. Lorenzo LEUZZI (Vescovo ausiliare di Roma)
dott. Piergiorgio ROGGERO (Centro Ricerche Teologiche e Metafisiche di Verona)
p. Riccardo LUFRANI (Priore del Convento di Santa Maria sopra Minerva, Roma)

Sabato 18 novembre 2017, ore 9 – 13, Aula Juan Vecchi
I PRESUPPOSTI CULTURALI PER COSTRUIRE UN MONDO MIGLIORE
Roberto ROGGERO (Centro Ricerche Teologiche e Metafisiche di Verona)
dott. Luca CIPRIANI (Associazione “Nuova Costruttività”)
dott. Alessandro CORTESE (Docente di filosofia – Verona)

Dialogo tra i partecipanti Saluti conclusivi del dott. Nicola MELE (Presidente dell’Associazione “Nuova Costruttività”)
Informazioni: prof. Mauro Mantovani – 06.872901 – mantovani@unisal.it

Politica:la crescita felice

7. Sesta domanda da dove bisogna iniziare?

Occorre iniziare dal processo di sintesi tra i sistemi governato da leggi oggettive ed universalmente riconosciute.

7.1. Fondare l’economia su leggi oggettive [178]

Noi stessi mangiamo con l’ energia artificiale, senza energia artificiale siamo morti. La nuova via non può essere fondata solo su un leader [53] o su una politica [178]. La via del modello organico-dinamico è segnalata dalle leggi della TERMODINAMICA che un leader o una politica si incarica di realizzare. « L’energia di un sistema termodinamico chiuso non si crea né si distrugge, ma si trasforma, passando da una forma ad un’altra. » Seguiamo la via oggettiva della trasformazione dell’energia. Cominciamo con l’osservare che una risposta ciclica di natura termodinamica esiste da sempre, e riguarda direttamente i trascendentali dinamici della casa comune socialità e missionarietà (“ex” solidarietà e sussidiarietà) espressi dall’equilibrio della CO2.

7.3. L’ecosistema “cristallizza” parte dell’energia destinata a produrre calore (e regola anche la CO2).

La natura viva ha affrontato con successo il problema di autostenere la vita regolando la temperatura del pianeta attraverso il CICLO della “segregazione di CO2” (contemporanea alla produzione di ossigeno) sotto forma di Carbone o Petrolio, vita e suolo. La bio-regolazione dell’equilibrio termico avviene attraverso due meccanismi correlati:

  1. il primo in grado di ridurre l’effetto serra tramite la riduzione della Co2 gassosa si realizza con l’azione dei vegetali che la “rubano” all’aria trasformandola in polimeri di carbonio.
  2. il secondo in grado di “cristallizzare” l’energia a un livello di energia più alto del calore sotto forma di polimeri di carbonio, biomassa, “petrolio” o suolo.

Per questa caratteristica energetica della loro produzione la biomassa, il petrolio o il carbone possono essere a loro volta trasformati facilmente in energia. Su questi due meccanismi, in particolare sul secondo si può fondare la rivoluzione industriale (non importa se classificata come prima seconda, terza,…)[23] e la società che da essa dipende.

7.4. Occorre che l’economia impari a “cristallizzare” l’energia del sole e regolare la CO2

Riprogettare un ciclo socio-economico in senso organico-dinamico significa far sì che l’intero sistema si comporti sempre di più come la vita organica, captando direttamente dal sole l’energia artificiale necessaria all’economia prima della sua trasformazione in riscaldamento del suolo [172]14. Questo tipo di economia ha come fine generale l’equilibrio termico e come fine immediato il sequestro della CO2 dall’atmosfera attraverso lo sviluppo di ecosistemi [36,141]. Ma diversamente dalla natura che produce “petrolio”, in questo ciclo economico organico dinamico l’energia viene stivata sotto forma di energia cristallizzata in prodotti industriali utili o discariche inerti (sono la sostituzione del petrolio). È questo il caso dell’energia elettrica solare da pannelli che è “rubata” al riscaldamento del suolo quando viene trasformata in manufatti attraverso la rivoluzione industriale. È una nuova via economica con nuove caratteristiche ontologiche:

Ricchezza (deve produrre nuovi manufatti UTILI),

Riutilizzo (di materiali ancora validi senza trasformarli in calore),

Riciclo (prodotti esausti),

Riforestazione e altissimo

Rendimento dei processi costruttivi[22]socio-economici.

7.5 sistema energetico e non fonte di energia

« Si tratta di una scelta non già “esclusiva”, ma sapienziale e dunque “preferenziale”. Scegliere la “società solare”, come scelta scientifico-tecnologica in funzione della scienza-sapienza ideoprassica dinontorganica, significa tracciare una linea programmatica preferenziale energeticamente non esclusiva quanto a risorse energetiche immediate. Oggi siamo vittime di un sistema energetico sbagliato. E ciò nonostante non è possibile lasciar mancare l’energia ad una società che di energia vive. Se pertanto le centrali atomiche e nucleari come produttrici di energia elettrica per un dato momento risultano un qualcosa di inevitabile, l’importante è che non rappresentino una scelta di principio, la quale condurrebbe alla “società nucleare” come un qualcosa di irreversibile.» [Tommaso Demaria,Atti del Corso di studio Mid di Roma – Centro Nazareth, 26-30 dicembre 1984, FAC Roma 1984[A – IDEOLOGIA, IDEOPRASSI DINONTORGANICA E SCELTA ENERGETICA, II LA SCELTA ENERGETICA, § 11 – IL SOLE COME PRINCIPALE FONTE ENERGETICA p. 37].

7.6 crescita felice è limitata alla frazione solare

L’antinomia lavoro per tutti e decrescita lascia il posto alla “crescita felice” dove c’è, a condizioni ben precise, lavoro per tutti e senza limite prima delle quali è che tutta la filiera di un prodotto dipenda dall’energia solare. Ne segue che l’espansione economica legata alla “crescita felice” sarà tanto maggiore quanto maggiore è la frazione di energia solare del sistema energetico che muove l’economia. Si tratta quindi di un processo progressivo  limitato da questo e la cui realizzazione richiede, è intuitivo, il coordinamento di  molti altri fattori come si vedrà in seguito al punto 8

7.7. Dynamic organic energy model

7.3 The ecosystem “crystallizes” part of the energy that could produce heat (and also adjusts CO2 ). Nature has always tackled the problem of adjusting the temperature of the planet: the solution has always been the “segregation of CO2 ” in the form of coal or oil. Two natural mechanisms adjust the thermal equilibrium: – greenhouse effect reduction through the abatement of gaseous CO2 thanks to the action of plants. – the process of not to transform the whole solar energy into heat, but “crystallise it” in the form of polymers (eg “oil” or coal). For this reason, the oil or coal can in turn be converted easily into energy. By entering into this second mechanism the industrial revolution dynamic organic can be founded (no matter if classified as first and second, third,…)[23] e la società che da essa dipende. 7.4 In order to be able to work endlessly, it is necessary that economy learn to “crystallize” the  energy of the sun and to adjust CO2 emissions To redesign a socio-economic cycle in an organic-dynamic acceptation means to ensure that the entire system, increasingly gets the necessary artificial energy directly from the sun, before its transformation into heating the soil [172]. At the same time, it is necessary that economy main purpose becomes CO2 removal from the atmosphere through the development of ecosystems [36,141] whose operation is at zero cost. In this model, the industrialization “crystallizes” this energy at a greater level, exactly as nature already does, by creating “oil”. But in the economic organic cycle energy is again stowed in the form of energy crystallized into manufactured articles or inert landfills (in replacement of oil). We thus have Wealth (= New items manifactured), Reutilisation (products still valid), Recycling (exhausted inert products), Reforestation and a need for very high thermodynamic efficiency in constructive processes [22] in order to produce less heat. While in the current economy consumerism the increase of industrialization is proportional to the increasing pollution from heat and destruction of the ecosystem, in contrast – in the organic dynamic model which exploits the input energy from the sun – we have proportional correlation between the reduction of pollution from heat, the balance with the ecosystem and the increase of industrialisation: this solves the problem of employment for all but accordingly changes the life styles[5,16,23,…).

8. Settima domanda a quali condizioni si può lanciare il modello organico dinamico?

La via per l’economia oggi è organico-dinamica, si può espandere  ancora alla condizione di non immettere ulteriore CO2 nell’atmosfera. E OGGI questo è possibile.

8.1. Al crescere dell’economia cresce la vita e diminuisce l’inquinamento: si può mantenere in moto l’economia e dare lavoro a tutti!

Intercettando l’energia in entrata dal sole (in questo esempio con i pannelli solari) la riduzione dell’effetto serra è direttamente proporzionale all’aumento della industrializzazione_organico-dinamica.  L’impossibilità di salvare il pianeta e nel contempo di mantenere in moto il ciclo economico generata dall’attuale opzione socio economica consumista( che a sua volta genera la necessità della decrescita felice), si è rivelata falsa.

E’ invece  possibile  espandersi in una “crescita felice”, realizzando così  il “lavoro per tutti” auspicato dal papa [127]. Attraverso e solo con il modello organico dinamico la situazione si rovescia perché la variabile intrinseca è diventata Meno inquinamento = più produzione (di ecosistema e di manufatti) = più lavoro e quindi più occupazione. = più ricchezza utile = minor consumo (di ecosistema con l’aumento della qualità del prodotto).

Diremo di più: nel modello organico dinamico la salvezza del pianeta non è possibile senza nuovi posti di lavoro.[127,128,129,183].

8.2. Solo con queste premesse termodinamiche è possibile lanciare “Piano Marshall” internazionale necessario alla regolazione della temperatura del pianeta.

Insieme abbiamo fatto guerra al pianeta, adesso insieme ricostruiamolo! La via della ricostruzione passa solo attraverso l’uso di energia artificiale ricavata dal sole prima che riscaldi il suolo e da un piano internazionale che lo realizzi. Questa scelta modifica necessariamente il modo di essere società. Il prof. d. Tommaso Demaria osserva: « Il porre al centro del sistema energetico l’energia solare, assume questo significato: l’energia solare diventa un parametro di riferimento, e non una scelta esclusiva, la quale “scelta esclusiva” non riguarda le fonti energetiche, ma la scelta tra le due società, società nucleare, e società solare.» [15] Non è il tema di oggi valutare quali siano le differenze tra società solare e nucleare, tuttavia l’articolazione delle logiche interne al modello stesso ci “costringe” su un binario che corrisponde a quello che troviamo espresso in Laudato sì’.

8.3. Le conseguenze sociali del passaggio: caratteristiche essenziali intrinseche al modello organico dinamico.

Evidenziamo alcune diffeRenze dal modo di vivere odierno.

Risse zero: Nel suo farsi termodinamico nessuna parte del sistema organico dinamico trivalente può costruirsi in conflitto con un’altra: è la prima caratteristica di un sistema complesso[231] che possiamo definire “oikosistema” ed è una differenza che possiamo osservare nel “cambiamento di stili di vita” [206].

8.3.1. Economia-socio-ambientale

Ricchezza: Per abbattere la produzione di calore è necessaria una maggior produzione di ricchezza reale socio-economica. L’umanità funziona tanto meglio quanto più aumenta la produzione di beni industriali utili ad “alto contenuto energetico” (di alta qualità)[107,194]e pensati in funzione dell’ecosistema[206], più esattamente del sistema trivalente.

Rendimento: La produzione termodinamica valida deve generare il minor calore possibile e quindi ha bisogno di processi socio-economici ad alta efficienza (producono in totale meno calore) [22,180]. Il consumismo che ha come fine la bassa efficienza non è più possibile, si va verso la produzione in qualità totale (in “Toyota Way” per la precisione). La cultura della qualità totale che necessariamente la fonda è l’esatto contrario della cultura e della società dello scarto [6,22,43].

Riutilizzo: Proprio per la termodinamica applicata alla società è necessaria la riduzione degli sprechi e dello scarto a partire da quelli sociali [5,16]. Dovunque si può fare a meno di produrre qualcosa … in questo modo si produce meno calore e non si ha bisogno di materie prime.

Rioccupazione bilanciata: Poiché il sistema è socio-economico ciascuno è necessariamente partecipe del processo di riduzione della temperatura in ogni parte del pianeta anche solo come acquirente [206]. Questa caratteristica accompagnata alla necessità del massimo rendimento socioeconomico-ambientale richiede economia solare diffusa: lo aumento produttivo necessariamente diffuso sposa la necessità di “ accesso per tutti al lavoro UTILE [127]”.

Ridimensionamento: Ridimensionamento sia assoluto che relativo. Ridimensionamento assoluto: il dinamismo (socio) economico ha un optimum funzionale all’equilibrio termico e quindi l’economia organico dinamica non ha un’espansione infinita [106]. Ridimensionamento relativo: Le grandi strutture produttive (e quindi anche quelle sociali) producono per milioni di utenti generando la necessità di trasporti di prodotto e quindi di spreco termodinamico. C’è quindi un optimum anche tra società e bacino di produttivo, andiamo verso lo sviluppo del “chilometro zero”.

Riciclo: la necessità per l’economia della produzione di un ambiente vivo cozza contro la attuale distruzione dello stesso per ricavarvi materie prime: occorre “chiudere” il sistema riciclando.[22,180,192]

8.3.2. Società-economico-ambientale

Ridistribuzione: La naturale diffusione delle fonti energetiche e di consumo unita al “chilometro zero”, porta necessariamente alla tendenza alla diffusione geografica della produzione [170] che è esattamente il contrario dell’economia di scala. Il centro termodinamico del nuovo modello [144,179,180,183,213,232] è lo sviluppo della costruzione della società particolare in simbiosi con il proprio ecosistema e nel contempo parte di un organismo superiore. Ridistribuzione è anche applicabile al “picco” produttivo proprio del lancio di un nuovo prodotto che richiede l’iniziale produzione di grandi quantità che a sua volta richiederebbe l’ampliamento momentaneo della struttura sociale. Ridistribuzione significa in questo caso concessione a terzi della produzione per mantenere stabile o quasi la struttura sociale globale. Altri termini correlati sono “livellamento produttivo” e “chilometro zero”.

Reciproco aiuto comunitario: come corollario alla ridistribuzione di produzione e consumo si ha che il modello organico dinamico richiede la soddisfazione dei bisogni a “chilometro zero”. Questo presuppone sistemi produttivi polispecialistici rispondenti all’effettivo bisogno della società particolare [129,189]. Riduzione dei costi: l’eliminazione degli sprechi nel contempo socioeconomico-ambientali coincide con la riduzione dei costi di produzione [189].

Reddito monetario distribuito: Come ulteriore corollario alla ridistribuzione di produzione, consumo e localizzazione si ha la ridistribuzione della massa monetaria che segue la necessità di scambio tra produzione e consumo [129].

Risparmio termodinamico: Il ciclo socio economico ambientale ha natura essenziale ed è fondato sulla economicità metafisica (in questo caso si esprime attraverso la termodinamica). Esso quindi definisce la qualità di sistema trivalente come il minimo costo termodinamico possibile per generare vita contemporaneamente sociale, economico, ambientale. Per esempio considera l’intero costo del prodotto dalla produzione delle materie prime al suo smaltimento[22] attraverso il costo del suo utilizzo.

Reale ricchezza: corollario del modello di sviluppo organico dinamico socio-economico-ambientale, è la definizione di ricchezza reale come capacità di rispondere ai bisogni di sviluppo della vita di ogni parte del sistema attraverso il risparmio termodinamico. La ricchezza reale contempla la sobrietà, il riutilizzo, la possibilità di riciclare ma anche la ricchezza di tempo, una comunità di riferimento stabile per l’aiuto reciproco, … [13,16,22,…].

Riorganizzazione sociale: Nella società organico dinamica la tendenza è verso un ritmo circadiano ( a proposito, l’argomento ha ricevuto un Nobel proprio quest’anno). Il picco produttivo di efficienza nella produzione di energia è seguito da quello di trasformazione di energia … quindi … se tra le 09 e le 15 produco energia, la maggior efficienza del sistema la ho con un orario di lavoro tra le 09 e le 15. Si può lavorare anche la notte con l’energia immagazzinata nel giorno o con fonti di diverso tipo ma l’efficienza totale del sistema  è minore.

Riduzione dell’orario di lavoro: se il picco di consumo produttivo corrisponde alla maturazione del giorno, alcuni lavori che hanno lo scopo di immagazzinare energia solare per diminuire la temperatura del pianeta possono essere fatti solo di giorno. A partire dall’agricoltura,  …

Riconversione culturale:…

8.3.3. Ambiente-socio-economico

Riequilibrio: Il fine di produrre ecosistema per mantenere l’equilibrio della temperatura è sinonimo della ricerca di un equilibrio tra l’organizzazione della massa biotica e l’organizzazione umana [139].

Rivitalizzazione: L’attuale fine della rivoluzione industriale è quello di trasformare sostanza viva in materia prima morta. Nel sistema economico organico-dinamico è il contrario perché per catturare CO2 ho bisogno di trasformare l’energia morta in organismi vivi raggruppati in ecosistema vitale e vitalmente operante.

Raggruppamento sistemico: Perseguire questo equilibrio richiede un optimum e in questo modello economico organico dinamico la via preferenziale è l’utilizzo di risorse biotiche [32] RAGGRUPPATE in ecosistema [140]e sotto ecosistemi.

Ripopolazione: la situazione attuale di deficienza nella cattura di CO2 obbliga la socio-economia ad occuparsi della ripopolazione di terra e mare … . Dal punto di vista della motivazione, adottando il modello di sviluppo organico-dinamico siamo passati da un soggettiva buona volontà ecologica alla necessità di produrre vita per la sopravvivenza del modello economico-sociale umano. Un bel salto. Eccetera … .

Felici conclusioni.

Laudato sì’ propone una nuova via effettivamente possibile allo sviluppo economico, perfettamente compatibile con lo sviluppo sociale ed ambientale. Abbiamo iniziato domandandoci come sostituire il modello di sviluppo consumista-distruttore con il nuovo modello organico dinamico: occorre mutare il paradigma economico su cui è costruito il suo sviluppo. Ci siamo domandati se si può ed abbiamo iniziato la nostra indagine osservando come è fatto: il modello organico dinamico racchiude in sé i principi dell’incarnazione della vita (DSC) che animano tanto la realtà economica quando quella sociale come l’ecosistema.

Ma come mobilitarlo? Abbiamo trovato la via per attivare il suo dinamismo auto correttivo in grado di essere misurato e quindi di essere di riferimento per l’(auto) costruzione dell’umanità nello spazio e nel tempo in modo coerente ed univoco attraverso la sua stessa prassi. È oggi possibile mobilitare il nuovo modello organico-dinamico sfruttando la necessità umana di mantenere in moto l’economia industriale: è infatti possibile sostituire l’attuale meccanismo distruttivo della vita (compresa la nostra) con un nuovo paradigma che richiede lo sviluppo economico in senso vitale e vitalmente operante per il controllo dell’effetto serra. Lo si deve fare a partire dall’energia stessa che fonda la possibilità del ciclo economico industriale ma che ha come effetto di sconvolgere in senso positivo il modo di vivere attuale, proprio come descritto e auspicato da Laudato sì’, anche in aspetti apparentemente scollegati dall’ecosistema come la cultura, il lavoro per tutti e la distribuzione della ricchezza sul pianeta.

The end (and new word) Buon compleanno a Tommaso Demaria (sono 20 anni dalla morte)

[15] Tommaso Demaria,PER UNA NUOVA CULTURA,NPC edizioni Verona [,1 PASSAGGIO ONTOLOGICO DALLO STATICO AL DINAMICO, § 6. Rivoluzione industriale e divisione ontologica della storia p. 19]. 16 Per approfondire questo aspetto puoi vedere per esempio di Tommaso Demaria “la società alternativa” e dello stesso autore “Per una nuova cultura”.

Spiegazioni  per immagini

  1. schema del modello utilizzato dalla natura: toglie CO2 dall’atmostera e abbassa la temperatura trasformando l’energia solare  in  biosfera e alla fine  il petrolio.

CicloSerraNaurale2

2. Schema dell’attuale modello autodistruttivo capitalista-consumista: aggiunge CO2 all’atmosfera, libera l’energia fossile immagazzinata dalla natura, distrugge la biosfera per avere le materie prime.

CicloModelloCapitalista

A lungo andare il risultato non può essere che questo

(ANSA) – ROMA, 15 SET – Il riscaldamento globale, se accentuato, potrebbe nei prossimi decenni dar vita a rischi “catastrofici” e persino “esistenziali”, arrivando a minacciare la sopravvivenza della specie umana. L’allarme arriva dalla Scripps Institution of Oceanography dell’università della California a San Diego.

In uno studio pubblicato sulla rivista Pnas, i ricercatori hanno preso in esame i modelli di previsione sul cambiamento climatico per definire le categorie di rischio a cui il Pianeta va incontro. Con un aumento della temperatura terrestre molto elevato, compreso tra i 5 e gli 8 gradi, per gli esperti esiste “una probabilità bassa, ma statisticamente significativa”, di “minacce esistenziali alla sopravvivenza dell’umanità”.

Un’impennata del termometro compresa tra i 3 e i 5 gradi, si legge ancora, potrebbe determinare conseguenze “catastrofiche”.

Le ondate di calore mortali, ad esempio, potrebbero diventare comuni. Per gli esperti esiste una probabilità su 20 che il riscaldamento globale causi danni catastrofici già entro il 2050.

“Quando diciamo che c’è il 5% di probabilità di un evento ad alto impatto, le persone pensano che sia una cifra piccola, ma equivale a dire che esiste una probabilità su 20 che l’aereo su cui stiamo per imbarcarci precipiterà”, spiega il docente di Scienze climatiche Veerabhadran Ramanathan, autore della ricerca. “Non saliremmo mai su un aereo che ha una probabilità su 20 di cadere, ma siamo disposti a farci salire i nostri figli e nipoti”.

Con un aumento della temperatura terrestre compreso tra gli 1,5 e i 3 gradi, e cioè nello scenario migliore, l’impatto potrebbe comunque essere “pericoloso”. Il pericolo, rilevano gli autori, è determinato dall’incremento di eventi meteorologici e climatici estremi tra cui ondate di calore, inondazioni e uragani più intensi, oltre a prolungati periodi di siccità.(ANSA).

 

Ciclo obbiettivo della crescita felice che funziona con le stesse logiche e collabora con quello naturale .

A regime,  ad ogni KW utilizzato ( anche da privati consumatori) corrisponde un miglioramento del problema socio-economico ambientale.

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