La felicità realistica nei Tommaso

Il realismo integrale concretizza la felicità riconoscendola nel riuscire a corrispondere alla FIG11BCcostruzione del proprio essere come persona cellula dell’Assoluto. Con il realismo dinamico possiamo dire che la fonte della felicità è corrispondere al proprio essere. Il dinamismo essenziale è anche la fonte della fatica, ma non di quella inutile. Del nostro parere è anche San Tommaso d’Aquino.
«Rispondo: La felicità ultima e perfetta non può consistere che nella visione dell’essenza divina. Per averne la dimostrazione si impongono due considerazioni. La prima, che l’uomo è perfettamente felice fino a che gli rimane qualche cosa da desiderare e da cercare. La seconda, che la perfezione di ciascuna potenza è determinata dalla natura del proprio oggetto. Ora, l’intelletto, come insegna Aristotele, ha per oggetto la quiddità, o essenza delle cose. Perciò la perfezione di un intelletto si misura dal suo modo di conoscere l’essenza di una cosa. Cosicché se un intelletto viene a conoscere l’essenza di un effetto, da cui non è in grado di conoscere l’essenza o quiddità della causa, non si dirà che l’intelletto può raggiungere senz’altro la causa, sebbene possa conoscerne l’esistenza mediante gli effetti. Perciò rimane nell’uomo il desiderio naturale di conoscere la quiddità della causa, quando nel conoscere gli effetti arriva a comprendere che essi hanno una causa. Si tratta di un desiderio dovuto a meraviglia, come dice Aristotele, che stimola la ricerca. Chi, p. es., osserva le eclissi del sole, capisce la loro dipendenza da una causa, la cui natura però gli sfugge, allora si meraviglia, e mosso dalla meraviglia si pone alla ricerca. Ma questa non cessa finché non arrivi a conoscere la natura della causa. Ora, dal momento che l’intelletto umano, conoscendo la natura di un effetto creato, arriva a conoscere solo l’esistenza di Dio; la perfezione conseguita non è tale da raggiungere davvero la causa prima, ma gli rimane ancora il desiderio naturale di indagarne la natura. Quindi non è perfettamente felice. Ma alla perfetta felicità si richiede che l’intelletto raggiunga l’essenza stessa della causa prima. E allora, avrà la sua perfezione nel possesso oggettivo di Dio, nel quale soltanto si trova la felicità dell’uomo, come abbiamo detto.1»

In effetti la Razionalità della Vita è l’unica cosa dell’ente creato materiale certamente presente prima della creazione, e questo per definizione [3]. La visione dell’essenza divina è quindi la visione della Vita e l’Assoluto dinontorganico, forma della Vita, è quanto di più vicino alla felicità che si possa immaginare2 . La categoria dell’organismo che gode della Razionalità della vita è necessariamente, nel quadro generale dell’ente, una categoria a sé3, perché è “contaminata” nella sua essenzacreata [2] dalla Razionalità della Vita increata [3]: negando questa evidenza tutta l’ontologia realista diviene un cumulo di macerie perché non riesce a rappresentare tutto il reale o nega Dio. Non resta che concludere che l’uomo è fatto per la Felicità.

Per questo il dinontorganismo può essere chiamato l’ideoprassi felice e un suo modello può essere la “crescita felice TM life giving-life” ed infatti è costruirci al servizio della Vita che ci fa felici: come sappiamo tutti fin dalla nascita.

1S. Tommaso d’Aquino,Lezioni di storia della filosofia- Summa Tologiae,Zanichelli Bologna 2010 [La Filosofia Scolastica,[ [ 41 Se la beatitudine umana consista nella visione dell’essenza divina [ , § n°/p. #http://online.scuola.zanichelli.it/lezionifilosofia-files/volume-a/u8/U8-L06_zanichelli_d’Aquino.pdf#].

2«Tale sarà quindi, in definitiva, la realtà storica dinamica, vista nel suo significato ontologico-metafisico risolutivo: Dinontorgani­smo, in virtù dell’Assoluto, che di esso è la forma dinamica viva. Lo è senza dubbio se si tratta dell’Assoluto divino vero, che è la Vita per eccellenza. Ma lo è ancora, se si tratta dell’Assoluto antidivino. Esso infatti altro non è che una assolutizzazione imma­nentistica di valori umani che sono «vita», per cui detto Assoluto è vita e finisce per coinvolgere completamente la vita, diventando esso pure «forma dinamica viva».»

Tommaso Demaria,4 L’IDEOLOGIA CRISTIANA,Costruire Bologna 1975 [parte terza l’ideologia cristiana come ideologia dinontorganica,[ [ XVII Verso l’assoluto ideologico cristiano [ , § l0 – Assoluto come forma, e forma come Assoluto. n°/p. 321 ].

3«Si pone cioè, in sede di ontologia, né più ne meno che dentro alla categoria dell’ente contingente ossia creato, rappresentando come una delle sue primissime articolazioni. Esso infatti si può distinguere in ente creato spirituale, e ente creato materiale o comunque impastato di materia. Ed è appunto questo ente creato materiale o impastato di materia, che dà immediatamente luogo all’organismo, ponendolo come una primordiale categoria ontica dell’ente creato materiale o comunque impastato di materia: la categoria ontica dell’organismo, che ha il privilegio di beneficiare della vita.»

Tommaso Demaria,3 LA REALTA’ STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975, I Teoria dell’organismo, [ § 6 – Sbocco metafisico dell‘organismo n°/p. 38 ].